Page images
PDF
EPUB

14. Feb. 1895.

Nr. 11100. zio di quello che mi hai scritto circa i dervisci. Ti mando bigerondi GareItalien. sellasse Negussiè che ti dirà tutto." || L'ultima e la più importante lettera di Menelik a Mangascià, è del 29 agosto. Essa fa un po' di luce su quanto venne pattuito fra l'Imperatore e il ras al convegno di Addis-Abeba.

Vostra Eccelenza ricorderà che, fin dal ritorno del ras a Macallè, riferii come corresse voce che ras Mangascià, basandosi sopro una lettera rilasciatagli da Menelik, doveva chiederci la restituzione dei territori a nord del Mareb Belesa, e prepararsi intanto per potere, in caso di rifiuto da parte nostra, ottenere l'intento con la forza. || Il contegno dal ras assunto in quegli stessi giorni verso di noi, e più specialmente la circostanza che una parte degli armati tigrini, fra i quali lo stesso ras Alula, erano rimasti allo Scioa, davano poca fede a quelle notizie; ora invece è chiaro che erano fondate. || L'Imperatore scrive: ||,,Ho ricevuto la tua lettera. Sono contento che Dio ti ha permesso di ritornare nel tuo paese prima delle pioggie. Sono molto soddisfatto della prontezza colla quale mi hai restituito l'Amba Sochenchen. seguito a ciò, i tuoi nemici che sempre ti calunniano presso di me resteranno svergognati. Come siamo rimasti d'accordo a cominciare dal mese di settembre manda a dire che ti lascino il paese e di mano in mano che ciò si farà tu va avanti e fa in tutto come abbiamo parlato." || Degiac Tedla Aiba dell'Enderta scrive a ras Mangascià in data 3 giugno 1894: ||,,Degiac Batha si è lamentato con me perchè non gli ho scritto. Gli ho risposto di non averne avuto permesso da lei.“

In

Si vede che l'accordo fra Menelik e ras Mangascià dapprincipio era statò tenuto segreto anche per i capi più importanti; ne fa fede la lettera diretta il 10 novembre 1894 da ras Oliè Butul a ras Mangascià: ||,,Dalla lettera che mi ha mandato non ho potuto capire con chi lei abbia l'inimicizia. Ha forse pensato di far questione cogli italiani? I termini della lettera non sono chiari. La prego di scrivermi di nuovo come stanno veramente le cose." Ad una nuova lettera più esplicita di ras Mangascià, ras Oliè risponde il 17 novembre: „Ho ricevuto la sua lettera che mi parlava della inimicizia fra lei e gli italiani. La ringrazio. Iddio l'aiuti." || Dalla corrispondenza di capi del Tigrè con ras Mangascià risulta come la ribellione di Batha Agos e l'avanzata dei tigrini dovessero avvenire contemporaneamente e probabilmente verso il 20 dicembre. La precipitazione di Batha fu causa che il ras, non avendo ancora ultimata la riunione dei suoi armati, non fu in grado di venirgli subito in aiuto come pare avesse promesso. || Una lettera di Scium Agamè Tesfai a ras Mangascià del 15 dicembre contiene: |,,La lettera che mi ha mandato la ricevetti venerdi; il giorno seguente giunse degiac Tedla Aiba ed accampò con me. Io voleva dirgli che aspettasse ordini al suo paese, ma non l'ho fatto per tema che i suoi soldati si sparpagliassero. Ora non so come fare perchè alla gente di Agamè io ho ordinato che ognuno stia pronto, ma al suo paese. Degiac Arerè e Blata Imut li ho fatti accampare il 10 corrente a Egri Maatso.

Italien.

„Intanto la prego di dire al suo schiavo le sue determinazioni." || I Nr. 11100. giorno dopo Scium Agamè Tesfai scrive: |,,Come avevamo pattuito le gente 14. Feb. 1895 di Oculè-Cusai ha imprigionato il tenete Sanguineti, rotto i distrutto il telegrafo. In seguito a ciò io con degiac Tedla Aiba partirò al più presto e prego lei di non tardare. Dove avevamo fatto il patto di trovarci andiamo presto. Se lei ritarda perderemo molto. Il tempo è prezioso ed anche un giorno perduto vuol dir molto."

Il ras evidentemente non è ancora in grado di muoversi e forse dubita della notizia. Infatti il giorno 18 egli scrive a ras Agos: ||,,La ribellione di Batha è certa. Batha stesso me ne ha avvertito con un corriere; ma siccome si trattava di persona che non conosceva, ho pensato che fosse uno stratagemma degli italiani per scoprire le mie intenzioni. Sicchè gli ho mandato in tutta fretta un uomo di mia fiducia. Lei tenga pronti tutti (tutti i suoi) suoi soldati con viveri ed a quelli della parte di là che le avevano detto d'essere con lei risponda convenientemente. || È ormai accertato che ras Mangascià aveva tentato di trarre dalla sua anche i capi del Seraè e dell'Arresa, ma sembra che questi nostri capi non abbiano bene accolte le proposte. Infatti ras Agos il 21 dicembre così risponde alla precedente lettera: |,,Quello che lei mi ha mandato a dire intorno alla ribellione di degiac Batha è una gran bella cosa che mi ha riempito di contentezza. Per quello che lei mi aveva incaricato di mandare a dire a quelli di là, io non lo farò se non sarò ben sicuro di tutte le cose. Io mi trovo in Az-Daro. In Adi Agarà non andrò e rimarrò qui finchè non riceverò ordini da lei." || 11 22 dicembre Scium Agamè Tesfai e degiac Tedla Aiba scrivono a ras Mangascià: || „Avevamo atteso in Euda Alghedà. Oggi con tutti gli armati riuniti abbiamo lasciato dietro di noi lo Scimenzana e siamo accampati in Aghir (Senafè). Ora attendiamo da lei che ci dica il luogo dove dovremo unirci con lei. Ma se lei ritarda non importa perchè ci sentiamo di resistere e non ci lasceremo scacciare dal paese." || E sei giorni dopo: ||,,Abbiamo saputo che il generale è passato in Seraè. Ha fatto bene a rispondere alla sua lettera (quella che gli diceva di ritirarsi dal confine e congedare i suoi armati). Noi siamo poco lontani dal mare alla discesa di Massaua. Ma ora che il generale è passato avanti è meglio ci uniamo a lei. Preghiamo di farci sapere la risposta del generale ed il luogo ove noi dobbiamo trovarci. Chi dà al generale i consigli sul come deve comportarsi contro di noi, lei lo conosce; è quell'uomo pagato che vive fra di noi (allude a Schimper)." || Avendo saputo l'arrivo delle nostre truppe ad Adua, i due capi il giorno 30 dicembre scrivono a ras Mangascià: ||,,Giacchè il generale è in Adua noi pure ci siamo mossi e stiamo venendo. È inutile perdere tempo in consigli. Riuniamoci tutti ed andiamo addosso. Dopo che è entrato in Adua è proprio come se il nostro trono fosse in mano sua." || Ma pare che ras Mangascià non fosse così deciso ad attaccarci come i suoi sotto-capi; ed infatti, non ostante sapesse da più giorni l'occupazione di Adua, egli finchè rimanemmo in quella città non si mosse da Debra Damò. Invece, il giorno 2

14. Feb. 1895.

Nr. 11100. gennaio, come seppe della nostra partenza, anche egli levò il campo e si Italien. avvicinò ad Adua trasferendosi ad Hoia donde inviò una lettera a ras Agos nella quale vuol far credere di non averci attaccato a cagione dell'intervento del clero da noi incaricato di far la pace. Mangascià dice. || „Degiac Tedla Aiba, Scium Agamè Tesfai erano andati in Oculè-Cusai; degiac Teclaimanot, degiac Tesfai, Barambaras Calcai, Fitaurari Tesfu Asmac Singal (questi due capi a noi ribelli) li avevo mandati a Coatit ed io era accampato fra Acran e Debra Damò. Tutti gli italiani si sono riuniti e venerdì sono giunti ad Adua. Quando io ero pronto per andare loro addosso mi hanno mandato i preti di Adua e Acsum per fare la pace. Nello stesso tempo sono partiti da Adua. Ora sono accampato in Hoia ed attendo suo arrivo. Venga presto." || Posteriormente al 2 gennaio non vi sono più lettere importanti essendosi i principali capi tigrini tutti riuniti.

Nr. 11101.
Italien.

16. Feb. 1895.

Nessuna lettera accenna a relazioni esistenti fra ras Mangascià ed i preti cattolici; tuttavia ciò non basta ad escludere che queste relazioni non vi siano state poichè, ripeto, cose di così alta importanza e tanto compromettenti non possono essere state trattate che a voce e probabilmente in Saganeiti stesso dove negli ultimi mesi pare di tanto in tanto giungessero segretamente messi di ras Mangascià e di Menelik.

Nr. 11101. ITALIEN.

O. Baratieri.

General Baratieri an Baron Blanc. Italienische Streitkräfte in Erytrea.

Massaua, 16. Februar 1895. (3. März).

Mentre ancora duravano le operazioni di guerra contro ras Mangascià, ho provveduto a dare vigoroso impulso alla preparazione del personale, del materiale e del territorio, per mettere il più presto possibile la nostra colonia in condizione di difendere la propria integrità contro eventuali attacchi degli Abissini e dei Mahdisti; ed anche di intraprendere, con ogni probabilità di successo, una campagna offensiva verso mezzogiorno, tendente a rendere meno immediati e temibili, i pericoli della nuova situazione politica.

[ocr errors]

Fanteria italiana. Fu mio primo pensiero di trarre dai reparti bianchi, fin dal loro giungere nella colonia, il massimo profitto, mettendomi in grado di servirmene, non solo quale presidio degli attuali forti, ma anche di farli eventualmente concorrere ad operazioni di campagna, se non altro, come protezione della linea di operazione e per l'occupazione dei punti importanti come capisaldi, nel caso che si dovesse allontanare dalla nostra base d'operazione. Ho pertanto ordinato che la massima parte della fanteria italiana venga dislocata sull'altipiano, e che il battaglione cacciatori fosse ripartito fra Adi Ugri e Saganeiti, anche perchè la presenza di truppe bianche nei nostri forti avanzati, so che impone alle popolazioni d'oltre confine.

Battaglioni indigeni.

[ocr errors]

L'arruolamento di ascari fu spinto con tutta alacrità, cosicchè oggi sul 5° battaglione, formato parte con vecchie compagnie

Italien. 16. Feb. 1895.

e parte con elementi nuovi, si può fare completo assegnamento, come sugli Nr. 11101. altri quattro; ed il sesto potrà essere formato appena giungano gli ufficiali dall'Italia, essendo già pronti ed istruiti gli uomini di truppa. || Per ora non credo di continuare negli arruolamenti, essendo necessario che i reparti possano attendere con tutta attività ed energia a completare l'istruzione e l'educazione militare dei nuovi elementi, ed anche perchè, se il reclutamento degli ascarci è ancora possibile, quello dei graduati presenta delle serie difficoltà, quando si vogliano elementi veramente buoni e tali da inquadrare, come si conviene, la truppa. || Più tardi, se se ne mostrerà il bisogno, so apriranno nuovi arruolamenti, i quali, non dubito, daranno ottimi frutti, specialmente se, come spero, si potrà contare sulla gente del pacificato Oculè-Cusai e su quella d'oltre confine.

Bande assoldate.

Milizia mobile. Del grande prestigio che ci hanno dato le recenti vittorie, fu prova innegabile la grandissima quantità di domande fatte dagli ascari della milizia mobile per essere riammessi in servizio. Dopo le splendide prove date da questa truppa ho creduto bene di riprendere nelle file dei reparti permanenti, i migliori fra i richiedenti, i quali avrebbero contribuito non poco a dare saldezza alle nostre truppe. || Per questo fatto viene alquanto diminuita la forza della milizia mobile, ma tuttavia io posso ancora contare in caso di chiamata sopra più di 1500 uomini bene inquadrati ed instruiti. Stante lo scioglimento delle bande di Batha Agos, si sarebbe perduto tutto il vantaggio che si può trarre in certe contingenze dall'elemento locale, se non si fosse pensato a formare alcuni piccoli gruppi, sotto il comando dei capi, che negli ultimi avvenimenti hanno dato prova non dubbia di attaccamento al nostro Governo e di eccezionale valore. Perciò ho formato nell'Oculé Cusai quattro gruppi di cinquanta fucili ognuno, normalmente in congedo, ad eccezione di 10 uomini lasciati ad ognuno dei capi gruppo, e che al momento del bisogno vengano armati per cura dei comandanti del presidio più vicino, ove sono custodite le armi e le munizioni. || Anche nell'Hamasen le antiche bande hanno analoga organizzazione, mentre nel Seraè e nell'Arresa non ho creduto ora di apportare alcun mutamento. || Tra breve tutte le bande saranno armate con moschetti o fucili Vetterli in ottime condizioni, e largamente munizionati. In complesso si può contare sopra circa mille duecento valorosi soldati, adatti per operazioni rischiose, per esplorazione lontana e vicina, per servizio di guida e di informazione, e animati da elevato sentimento militare e da eccezionale spirito di emulazione. || Le ricompense, che ho largamente accordate ai capi ed ai gregari che maggiormente si distinsero, hanno ancora di più elevato lo slancio di queste truppe, sulle quali la colonia può fare intero assegnamento.

[ocr errors]

Cavalleria. Lo squadrone di cavalleria, mercè la rimonta fatta nel dicembre scorso nell'Indi a, nonpotrebbe essere in migliori condizioni e ai primi di marzo, essendo discretamente avviata l'istruzione dei quadrupedi, si può pienamente contare sopra di esso.

Staatsarchiv LIX.

2

Nr. 11101.
Italien.

16. Feb. 1895.

Artiglieria da montagna.

La formazione di una seconda batteria

da montagna procede rapidamente. Già una sezione è completamente organizzata, e per le altre due sono finiti gli arruolamenti di indigeni, e gli acquisti di muletti. Appena giungeranno i muli dall'Italia la batteria sarà costituita. La batteria nuova fu destinata di sede a Cheren con una sezione distaccata a Cassala; all'Asmara rimane la prima batteria su sei pezzi che fino da ora può entrare in campagna.

Genio. Fu pure provveduto a completare i servizi del genio al seguito delle truppe. Sono pronti all'Asmara, un parco zappatori del genio, ed una squadra di telegrafisti ottici, ambedue al completo di personale e materiale. Ad Adiqualà e a Saganeiti, nostre teste di linea, saranno depositati per i primi di marzo, complessivamente, quattro parchi telegrafici, sufficienti ognuno per lo stendimento di trenta chilometri di telegrafo da campo. Altro materiale sarà depositato all'Asmara, appena giunga dall'Italia per potere, in caso di bisogno, essere portato innanzi. Appena giunga il personale richiesto al Ministero. della guerra, farò cominciare lo stendimento delle linee dell'Oculè-Cusai per congiungere a Saganeiti i due presidî avanzati di Adi-Caiè e Mai-Haini (AdisAdi), essendo per il momento la maggiore parte del personale impiegata nel riattamento delle linee esistenti, e nello stendimento di quella fra Ela-Dal e Cassala, di cui non è ancora prudente ritardare il compimento.

Trasporti.

[ocr errors]

Durante le ultime operazioni i trasporti al seguito delle truppe funzionarono, nonostante i cambiamenti di linea di operazione ed i rapidi movimenti delle truppe, in modo superiore ad ogni aspettazione, cosicchè nulla mai mancò alle truppe operanti. Tuttavia, apparve la necessità di dare a questo servizio un più regolare assetto. Perciò l'intera compagnia treno, che già dal mese di dicembre attendeva al servizio trasporti in tutta la Colonia, fu raccolta nella zona di Asmara, affidando ad un'Impresa i trasporti da Massaua a Cheren, e fino a Cassala. In tal guisa ho ragione di star sicuro che tutte le risorse del paese saranno utilizzate nel modo più razionale, avendo fatto fare a tale scopo appositi studi dagli ufficiali del Treno, e preparato in Asmara, Adi Ugri e Saganeiti quanto può occorrere per detto servizio. Per rendere meno gravoso il servizio dei trasporti al seguito delle truppe, ho autorizzato il comandante delle truppe ad aumentare il numero dei quadrupedi da soma dei reparti; e così, senza tener conto della colonna salmerie, la truppa potrà sempre portare con sè sette od otto giornate di viveri e foraggio, ciò che darà ai nostri movimenti libertà ancora maggiore di quella già grande che ho potuto ottenere nelle altre operazioni.

Servizio sanitario. Sebbene il servizio sanitario, mercè l'intelligenza, l'attività e l'abnegazione dei nostri ufficiali medici, abbia funzionato egregiamente, tuttavia ho creduto bene di tener conto della esperienza fatta di apportare alcune modificazioni al materiale di sanità finora usato. Perciò ho fatto modificare i cofani di sanità che erano in distribuzione ai battaglioni indigeni, provvedendoli più largamente di midicinali e materiali di medicazione,

« PreviousContinue »