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27.Juni 1895.

Nr. 11116. pieno di sorprese, con gente sospettosa ed abile negli intrighi e nelle insidie: Italien. ed allora bisogna essere pronti alla suprema ratio, cioè alla efficace difesa con le armi della Colonia. Mi riservo in altra relazione di descrivere le condizioni politiche e militari dei nuovi possedimenti. || Frattanto agli schizzi dei forti di Adigrat e Saganeiti unisco una carta al 75 000 dell'Agamè, cui seguirà quella del Tigrè. Non potendo farne due copie invio gli schizzi e la carta a Sua Eccellenza il ministro della guerra, con preghiera di communicarla a Sua Eccellenza il ministro degli esteri.

Nr. 11117.
Italien.

7. Juli 1895.

Nr. 11118.
Italien.

8. Juli 1895.

Nr. 11119.
Italien.

O. Baratieri.

Nr. 11117. ITALIEN. General Baratieri an Baron Blanc.
Erneuert sein Abschiedsgesuch.

Massaua, 7. Juli 1895.

Telegramma. Mi affretto a ripondere al dispaccio nel 22 giugno. miei precedenti telegrammi dicono chiaramente che le offerte dimissioni sono occasionate dalla proibizione categorica dell'aumento di forze, e dall'ordine di diminuire le spese. Io ritengo che l'attuale preparazione sia insufficiente a mantenere, contro un possibile attacco di Menelik in autunno, i punti dai quali il governo del Re intende assolutamente di non retrocedere. Quindi devo insistere per avere l'autorizzazione di conservare le attuali forze italiane, di aumentare subito le forze indigene e di crescere i mezzi di trasporto; è impossibile improvvisare. Senza tale autorizzazione la mia coscienza e il mio patriottismo m'impogno d'insistere sulle dimissioni offerte, nella speranza che altri possa tenere la colonia con minori mezzi, o concludere una pace onorevole e durevole. || Prego telegrafarmi come intenda regolarsi il governo del Re. Capucci è catturato, e Felter espulso.

Nr. 11118. ITALIEN.

Baratieri.

Der Ministerpräsident, die Minister des Auswärtigen und des Krieges an General Baratieri. Laden ihn ein nach Rom zu kommen.

Rom, 8. Juli 1895.

Telegramma. Il governo non può deliberare sopra così grave argomento senza avere prima conferito verbalmente con Vostra Eccellenza. La preghiamo quindi a voler prendere subito le disposizioni opportune per la sua breve assenza dalla colonia, avendo così il tempo di convenire insieme il da farsi e provvedere, occorrendo, prima dell'autunno.

Nr. 11119. ITALIEN.

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Dr. Nerazzini an Baron Blanc. Ras Makonnen rüstet.

Zeila, 18. September 1895. (5. Okt.).

Signor ministro, || Molti issa-somali provenienti dall'interno confermano la 18.Sept.1895. riunione di tutte le truppe di ras Maconen in Harar, per essere pronte a par

Italion.

tire par lo Scioa. Le guarnigioni di Darimi, Ghiri, Giarso fino a Gigiga, sul Nr. 11119. confine abissino inglese, sono state ritirate. Questa notizia, che mi era per- 18.Sept.1895. venuta da tre giorni, mi venne ieri sera confermata dal residente inglese di Zeila M. Harrington. I capi abissini, domiciliati in quella località, vendono i loro bestiami e gli appezzamenti di terra che possiedono alla gente del paese. || Due informatori, arrivati ieri sera da Gildessa, affermano che il capo di quella stazione, Ato-Marscià, ha dato ordine in nome del Ras di portare in Harar dentro quattro giorni tutte le mercanzie giacenti in deposito nei magazzini di quella dogana; spirato il qual termine, tutte quelle merci diventeranno proprietà dello Stato. Uguali notizie vengono confermate da Gibuti, dove si ritiene che la partenza delle truppe di Maconen debba avere avuto luogo il 12 corrente. Tale infatti era l'ordine dato da ras Maconen, come scrive il cav. Felter in data 8 settembre, ordine che poi è stato sospeso. | Tutto il governatorato di Harar rimane così sprovvisto di truppe, affidato a capi indigeni di fiducia; e la stessa città di Harar resta con una insignificante guarnigione. Perciò la più curiosa aspettativa regna nelle popolazioni issa-somale, le quali temono che il loro commercio con Harar debba essere sospeso. || I quattro corrieri a cammello mandati la settimana scorsa a Gibuti da ras Maconen, avevano lo scopo di sollecitare l'invio di armi e munizioni. || Nelle tribù somale si è sparsa la voce che le truppe italiane vogliano penetrare in Abissinia prendendo per punto di partenza la costa dei Benadir: ma questa notizia è un'immaginosa creazione, motivata dal passaggio per Aden di una parte dei soldati che appartengono alla spedizione Bottego. || In ogni modo la preoccupazione in Zeila e in tutta la zona del paese somalo è grandissima. || La condizione di fatto più saliente è, che se ras Maconen dovesse realmente abbandonare Harar, quella città rimane indifesa, con timore di qualche reazione per parte dell'elemento indigena, che per tanti anni è stato funestato del mal governo abissino.

19 settembre.

Un mio informatore giunto stamani da Gibuti riferisce che ieri arrivarono in quel porto tre corrieri a cammello di ras Maconen per sollecitare la partenza di una carovana di 20 cammelli con armi e munizioni per Menelik, la qual carovana non è ancora partita. Questi corrieri riferirono pure che i soldati di Maconen sono sempre in Harar, man non hanno ancora ultimato i loro preparativi per partire verso lo Scioa. | Una spedizione di abissini partita dallo Scioa per razziare contro l'Aussa fu richiamata indietro a mezza strada da un corriere di Menelik. È scoppiata una piccola guerra fra tribù dancale ed issa di confine; ed il figlio di Ukmed Aloito, residente ora a Gibuti, si è offerto per accomodare il dissidio. || Il 22 corrente arriverà in Obok il governatore Lagarde. In Gibuti si preparano le banchine e i magazzini, che debbono servire per l'approdo dei vapori francesi della linea del Madagascar, i quali, col 1° dicembre, approderanno a Gibuti in luogo di Obok.

Cesare Nerazzini,

Nr. 11120. Italien. 30.Sept.1895.

Nr. 11121.
Italien.

12. Okt. 1895.

Nr. 11122.
Italien.

12. Okt. 1895.

General Baratieri*) an Baron Blanc.

Drohender Angriff.

Nr. 11120. ITALIEN.

Massaua, 30. September 1895.

Telegramma. Secondo previsione mia relazione giugno, Mangascià, rafforzato dai tigrini di ras Oliè, minaccia nostri posti avanzati. Raccolgo campo osservazione Adigrat, dove avrò italiani 800, ascari 3,500, 1,500, cannoni montagna 8, senza contare 2,500 uomini zona Adua. Necessita prevenire defezione, decidere incerti, imporsi nemico prima di eventuale arrivo scioani, annunziati varie parti. Spero determinare azione musulmani e galla nostro favore.

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Baratieri.

an Baron Blanc.

Massaua, 12. Oktober 1895.

Telegramma. Antalo, 10. Ieri, prima alba, Mangascià con parte suoi fuggi verso sud; altri si dispersero; circa 1300 tigrini provenienti da Scioa tennero Debra Ailat; avanguardia comandata Ameglio dopo rapidissima marcia accostossi Debra Ailat ed attaccò posizione con 6 compagnie, 4 pezzi rincalzati da battaglione cacciatori italiani e terzo indigeno. Malgrado forte posizione montana, difficoltà salita, nostri cacciarono nemico che scomparve fra burroni, lasciando alcuni prigionieri, parecchi feriti, ventina morti. Perdite nostre, undici morti e trentina feriti. Esemplari spirito, contegno, resistenza marcia dei cacciatori, zappatori, genio; morale elevatissimo in tutti; nessun bianco perduto. Baratieri.

Nr. 11122. ITALIEN. Dr. Nerazzini an Baron Blanc. Bericht über die Lage in Schoa und Harrar.

Zeila, 12. Oktober 1895.

Signor ministro, Tutti gl'italiani espulsi dall'Harar arrivarono in Zeila la mattina dell'8 ottobre. Il cav. Felter, anche al momento di partire, ebbe da ras Maconen le solite dichiarazioni, che si recava, cioè, allo Scioa col proponimento di persuadere Menelik a chiedere la pace. Il ras parti con la sola sua scorta personale, rimandando tutti i soldati che aveva chiamati in Harar alle loro primitive residenze. Assicurò inoltre di aver ricevuto lettere da Menelik, nelle quali si diceva che dopo la festa del Mascal l'ingegnere Capucci sarebbe stato liberato dall'amba di Tamò ed espulso dall'Abissinia. || La notte dell'11 ottobre arrivò in Zeila dall'Harar persona conosciutissima colla notizia dell'improvvisa partenza di tutte le truppe di Maconen, richiamate dal ras mentre era in partanza per lo Scioa, Le truppe cominciarono a partire da Harar nella

*) Er war am 26. September nach Massaua von Rom zurückgekehrt. Red.

Italien.

notte del 3 ottobre e si può calcolare che non sorpasseranno il numero di Nr. 11122. 5 mila fra le migliori per armi e munizionamento. Tale notizia della par- 12. okt. 1895. tenza delle truppe è stata confermata per lettera. || Il motivo di questo richiamo fu da me accennato telegraficamente; cioè si diceva che Menelik, durante un temporale, fosse stato colpito da un fulmine, che uccise due soldati e paralizzò Menelik nella parola. Se ciò fosse vero, oltre il pericolo della vita di Menelik, sarebbe da considerarsi l'impressione immensa che cagionerebbe tale accidente, per la forte superstizione che domina le menti abissine. Ma io non posso prestar molta fede a tale notizia, che non è per ora stata confermata a Zeila, che non è, per quanto io mi sappia, comparsa a Gibuti. Può essere invece che Menelik abbia ordinato in modo perentorio a Maconen, che tergiversava, il richiamo immediato delle truppe: e ciò potrebbe significare che per ora prevale il partito di muovere contro gl'italiani nel Tigrè. || Si dice pure in Harar da persone giuntevi il 1° ottobre dallo Scioa, che l'ingegnere Capucci avendo tentato di evadere dall'amba di Tamò, sua stato ripreso e relegato nell'amba di Afcar nelle vicinanze di Dauè. La notizia merite conferma. Il Curtatone, arrivato in Zeila il 10 ottobre, parte domani per Assab onde trasmettere un telegramm acol sunto di queste notizie: spero che ritorni immediatamente in Zeila, dove la sua presenza in questo momento è di massima opportunità. || Il cav. Felter rimane in Zeila, in attesa di ordini, e nell'eventualità di comunicazioni che possa fargli Maconen, come da rapporto antecedente.

Cesare Nerazzini.

P. S. Le munizioni abbandonate nella via Gibuti-Scioa, per l'attacco dei dankali contro la carovana somala che le trasportava, pare che siano state ricuperate. Partirono da Harar una cinquantina di soldati per impadronirsene, ma arrivati sul luogo trovarono che i dankali le avevano fatte sparire.

C. Nerazzini.

Nr. 11123. ITALIEN. General Baratieri an

Baron Blanc. Die Lage ist noch nicht gesichert. Die Derwische sind unruhig.

Antalo, 15. Oktober 1895. (6. Nov.)

Italien.

15. Okt. 1895.

Signor ministro, || In seguito alla mia relazione circa le operazioni Nr. 11123. contro ras Mangascià credo mio dovere ritornare sopra il problema (tante volte di- battuto negli ultimi mesi, precedentemente alla mia gita in patria) relativo alla rassegna delle forze coloniali. (I sei battaglioni indigeni, per quanto ingrossati, non sono più sufficienti allo scopo; ed io ho già aperto un altro arruolamento per far fronte alle circostanze ed alla guerra, cosa sempre possibile dallo Scioa). Quivi agenti o mestatori francesi o russi continuano a soffiare nel fuoco ed a fornire armi e munizioni, e pro

Italien.

15. Okt. 1895.

Nr. 11123. babilmente denaro. Mangascià è disperso; molti sono contro di lui, o per fortuna nelle nostre armi, o per discordie intestine, o per speranza di succedergli, o per antipatia agli scioani. Ma sarebbe imprudenza non tener conto delle ingenti forze, del bisogno che ha il Negus di riaffermare lo scemato prestigio, della mobilità abissina, e degli incoraggiamenti europei. E quindi necessario provveder a tempo, tanto più che, per quanto scorati e domi, i dervisci, che vedono gli anglo-egiziani immobili, possono alzare il capo e ad ogni modo ci costringono a ternere verso Cheren non poche forze. || Io ho potuto riunire ordinatamente oltre ottomila uomini a questo estremo confine. Ma conviene pur pensare, anche per ridurre l'incomodo ascendente dei capi feudali, a disarmare le bande: e ciò non si può ottenere che col crescere delle nostre forze regolari, sia per sottrarre ad esse i migliori elementi, sia per imporci a momento opportuno. || Perciò continuo negli arruolamenti per formare fra breve un settimo battaglione, senza aumentare il numero delle compagnie, per evitare le difficoltà di accrescere i quadri ed essendo i battaglioni di cinque grosse compagnie troppo pesanti. Ma converrà poi formare un ottavo battaglione col crescere di due sole compagnie il numero delle attuali per avere le truppe più mobili e più dislocabili: e per avventura converrà aumentare un ufficiale per compagnia nella considerazione che tre ufficiali (compreso il capitano) costituiscono uno inquadramento alquanto deficiente. Mia idea sarebbe dunque avere nella colonia di ascari regolari indigeni: || Otto battaglioni di 4 compagnie a 300 uomini ciascuna con 4 ufficiali, cioè 32 compagnie 9,600 uomini, invece che come attualmente 6 battaglioni a 5 compagnie di 250 uomini cioè 7,500 uomini, aumentando gli ufficiali oltre che di due comandi di battaglione e di compagnie, di 32 ufficiali subalterni. Naturalmente questo ordinamento non si svolgerebbe che successivamente man mano che lo consentirebbero le circostanze e la facilità degli arruolamenti.

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Si potrebbe insieme sciogliere il terzo battaglione di rinforzo bianco, realizzando in tal modo una non indifferente economia. In caso di pace accertata, si potrebbe effettuare una non lieve economia mediante temporanei congedi anche riducendo a metà la forza delle compagnie ed un'altra collo scioglimento di una grande parte delle bande. || La precaria situazione attuale di guerra non cesserà se colla politica o colle armi non sarà paralizzata la potenza scioana ovvero non si avrà concluso un durabile accomodamento. Trascurando di provvedere in tempo con mezzi abbastanza limitati, potrà l'Italia essere trascinata ad una guerra della quale, se si può ora prevedere l'esito finale, a stento si possono immaginare l'enormi spese.

Baratieri.

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