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Italien.

15. Jan. 1896.

Nr. 11139. quadrupedi e relativi conducenti lungo le linee di comunicazione, a percorrere le quali, dalla costa alla linea estrema Debra-Tabor Magdala, occorrerebbero almeno 20 giorni di marcia; cose che importerebbero una spesa enorme; d) pericolo che i paesi a sud della linea di occupazione (Scioa, Vollo-Galla, Harar e paesi galla tributare dello Scioa) cosi direttamente minacciati dalla nostra avanzata, sfuggano alla nostra azione, trovando appoggio nelle influenze straniere provenienti dal golfo di Aden, le quali potrebbero anche manifestarsi con l'aspetto insidioso di benevole intermediarie di pace fra noi e quei paesi, e che, ad ogni modo, cercherebbero ogni mezzo di attrarne a sè il commercio, danneggiando i nostri interessi.

II.

I vantaggi della seconda saluzione, ammettendo, naturalmente, la possibilità di uno sbarco a Zeila od in altro porto vicino del Golfo di Aden, sarebbero i seguenti: a) limitazione delle operazioni militari al breve tratto Zeila-Harar lungo solo 287 chilometri, con la base appoggiata al mare, e quindi sicura per la vigilanza della flotta, la quale potrebbe altresi prestare il suo concorso per sistemare il servizio delle retrovie e la sicurezza delle comunicazioni; || b) il possesso dell'Harar a sud e del Tigrè a nord sarebbero sufficienti ad impedire il prevalere od anche il solo manifestarsi in Etiopia di sentimenti ostili ai nostri interessi, poichè sarebbero in nostra mano ambedue le vie per le quali l'Etiopia comunica col mare; || c) il possesso diretto dell'Harar darebbe all'Italia un paese saluberrimo, ricchissimo per prodotti, specialmente coloniali, ed opportunissimo per la colonizzazione; d) col possesso dell'Harar si eserciterebbe un'azzione più diretta ed attiva sulla Dancalia e sulla Somalia, poste sotto la nostra protezione; e si potrebbe meno difficilmente unire la nostra sfera d'influenza dell'Oceano indiano ai nostri possedimenti etiopici; || e) l'occupazione dell'altipiano a sud del Tacazzè si limiterebbe a semplici posti di osservazione e di residenza, con grande risparmio di truppe, e quindi di servizi accessorii; dappoichè, tolta ai capi indigeni la speranza di rifornimenti d'armi e di munizioni e la possibilità di appoggi stranieri, sarebbe fiaccata per sempre ogni velleità di ribellione; || f) sicurezza maggiore per noi, perchè le occupazioni militari tanto al nord nel Tigrè, quanto a sud nell'Harar, mentre racchiuderebbero in una cerchia di ferro l'Etiopio, sarebbero rispettivamente più prossime al mare, a Massaua ed al golfo di Aden, loro vera base d'operazione, d'onde con maggior facilità, minore spesa e tempo più breve, potrebbero ricevere, in caso di bisogno, rinforzi dall'Italia; g) coll'occupazione dell'Harar si otterrebbe subito, appena iniziata l'operazione, l'appoggio morale e materiale delle popolazioni indigene della Dancalia e della Somalia, vessate dalle razzie e dalle estorsioni degli abissini, e più quello degli hararini e dei galla, i quali anelano e scuotere il giogo scioano, sotto cui l'incantevole Harar è stato ridotto un deserto. Quest' appogio sarebbe utilissimo: infatti si avrebbero informatori eccellenti perchè doppiamente interessati al nostro successo, buoni elementi da arruolare nelle

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truppe indigene, larghi mezzi di trasporto nell'abbondanza di cammelli in quelle Nr. 11139. contrade, e facilità di provvedere ai viveri lungo la via, specialmente in carne da macello, senza bisogno di portarseli tutti dalla costa, o di ricorrere a requisizioni forzate, sempre sgradite; h) in questo stesso anno, fra tre mesi al massimo, la dominazione italiana in Etiopia sarebbe stabilita irrevocabilmente, non essendovi difficoltà gravi per l'occupazione dell'Harar, la quale, inoltre, costerebbe assai meno di quanto fu detto per la prima soluzione. || Di svantaggi per questa seconda soluzione non se ne vedono che due: || a) maggiore impiego della marina da guerra per tenere fra loro collegate le due porte d'accesso al nostro dominio d'Etiopia; || b) difficoltà diplomatiche, che nell'altra soluzione non esistono, a superare le quali potrebbero rendersi necessarie per parte nostra concessioni altrove, che, se possibili, sarebbero sempre convenienti, giacchè la padronanza indiscussa sull'Etiopia, che in tal modo verremmo ad avere, ci darebbe altresi la preponderanza nel mar Rosso, da cui, in avvenire, potremmo trarre enormi vantaggi, e ci aprirebbe ad ovest, verso l'alta valle del Nilo ed i laghi equatoriali, splendidi orizzonti.

III.

Oltre le due soluzioni, ora esaminate, se ne potrebbero escogitare altre due, e cioè: || 3a una spedizione da Assab allo Scioa, per l'Aussa ed Ancober; 4a una spedizione da Assab per l'Aussa ad Harar. || Esaminiamole ambedue brevemente. || I vantaggi della 3a soluzione sarebbero: || a) lo sbarco della spedizione avverrebbe in un porto di nostra proprietà; || b) nessuna difficoltà diplomatica sarebbe d'inciampo alle operazioni; || c) traversando il territorio dell'Aussa, si avrebbero gli ausiliari dancali alla nostra diretta dipendenza e sotto la nostra vigilanza; || d) si potrebbero avere cammelli per i trasporti con eguale facilità ed in egual numero come dalla parte di Zeila.

Gli svantaggi però sono gravissimi, ed eccone i principali: || a) lunghezza della strada in 650 chilometri, almeno, da Assab a Ciano, primo paese di confine dello Scioa, a percorrere la quale il conte Antonelli nel 1883 impiegò 107 giorni, di cui 48 di cammino e 59 di sosta. Quando tutto sia ben predisposto ed ordinato, si abbia la popolazione del paese amica e si spenda largamente per i mezzi di trasporto, una colonna di forza tale da potersi avventurare da sola su questa linea, non può percorrerla in meno di 60 giorni; || b) nel mese di marzo già comincia nella regione da percorrersi la stagione delle pioggie, che ne rendono eccessivamente malsano il tratto medio, quello, cioè, circostante ai laghi ove l'Auasc' mette foce e si perde. Il conte Antonelli fa della malsania di quella regione un quadro tremendo (Libro verde Etiopia 1889, pag. 116); || c) le acque sono incerte dal mare a Deddè (un terzo circa della strada), mentre da questo punto in avanti sono abbondanti, ma non sempre buone; || d) strada difficilissima ai cammelli da Assab all'Aussa per le accidentalità e la natura vulcanica del suolo, ricoperto da lave durissime tagliate a prisma, donde provengono perdite numerosissime in quei pre

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Nr. 11139. ziosi quadrupedi; || e) clima assai caldo fino ai confini dello Scioa; da mezzodì alle 3 pomeridiane in marzo il Conte Antonelli segna + 51° di temperatura al sole; f) pericolo di non poter passare l'Auasc', o, passatolo, trovarsi con le comunicazioni verso la costa tagliate dalla piena del flume, che allaga per larghi tratti la campagna; || g) necessità, per operare contro lo Scioa su questa linea, di formare un corpo di spedizione molto più forte di quello occorente per la seconda soluzione, perchè, giunto il corpo ai piedi dell'altipiano, potrebbe trovarsi di fronte la massa nemica ritirata improvvisamente dal nord, donde per l'anno in corso gli abissini non avrebbero da temere ulteriori molestie dai nostri a sud del Tacazzè; || h) maggiori difficoltà di sistemare il servizio delle retrovie e spese maggiori relative; i) con questa soluzione non viene eliminato il pericolo di vedere lo Scioa e l'Harar darsi in braccio alle influenze straniere operanti dal golfo di Aden, perchè quei territori sfuggirebbero alla nostra azione militare; || k) nessuna cooperazione in nostro favore per parte dei somali, galla ed hararini, tagliati fuori dal nostro teatro d'operazione.

Circa alla 3a soluzione: || Una spedizione da Assab all'Harar, mentre eviterebbe l'inconveniente di operare in vicinanza dell'altipiano, avrebbe, oltre tutti gli svantaggi della soluzione precedente, anche i seguenti: || 1° percorso ancora più lungo; 2° maggior durata di viaggio in zona piana, bassa, calda insalubre e poco fornita d'acqua in molti tratti; || 3° inevitabile passaggio per zona prossima al protettorato francese, ed anche per località di sfera d'influenza non determinata, e quindi sicure diffcoltà diplomatiche.

Dall'esame di queste quattro soluzioni, risulta dunque che la migliore, se non pure l'unica possibile, è la seconda, cioè la spedizione da Zeila, o altro porto equivalente, all'Harar.

Appunti per l'ipotesi di una spedizione da Zeila od altro porto

vicino a Zeila nel golfo d'Aden verso l'Harar.

Ecco i criteri principali secondo cui la spedizione dovrebbe essere condotta. 1° Converrà inviare, appena fosse decisa, numerosi, esperti e prudenti ufficiali all'Aussa per decidere i reggenti nominati dal Sultano, completarvi l'armamento dei soldati (circa 5 mila) e dar loro una certa organizzazione ed inquadramento. Di questi soldati, una parte dovrebbe spostarsi ad ovest, verso l'Auasc' per guardare le provenienze dallo Scioa, mentre l'altra parte, la parte scelta, dovrebbe fiancheggiare sulla destra la spedizione prendendo poi posizione nel nodo stradale di Herer. Questa seconda parte del contingente del' l'Aussa dovrebbe essere almeno di 2,000 uomini, || 2o A Massaua dovrebbe essere, contemporaneamente, organizzato un corpo di truppe indigene, reclutato fra le genti dell'Eritrea, misto il più possibile di nazionalità e di religioni, con forza di 1,500 uomini circa, ossia di 5 compagnie a 3 centurie ciascuna, al modo stesso delle compagnie indigene dell'Eritrea, ma più fortemente inquadrate, assegnando a ciascuna di esse qualche ufficiale subalterno in più.

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A questo corpo potrebbero essere assegnati gli uomini di milizia mobile, del Nr. 11139. chitet e delle bande non ancora impegnati con le truppe avanzate del Tigrè, 15. Jan. 1896. invogliandoli con un premio da fissarsi e da pagarsi a campagna ultimata. || 3o Altro reparto indigeno dovrebbe essere costituito sul luogo di adunata del corpo di spedizione, arruolando, con le stesse condizioni e gli stessi vantaggi, da 1,200 a 1,500 fra somali, galla, hararini, abissini musulmani profughi dal loro paese per persecuzione religiosa, ossia altre 5 compagnie costituite nel solito modo. Sarebbero da preferirsi coloro che in un modo qualsiasi abbiano percedentemente militato, o con gli egiziani, o con gli inglesi, o con noi, od anche eventualmente con qualche capo indigeno. Solo di antichi ascari italiani si troverebbero alcune centinaia nelle località della costa da Zeila a Berbera, e specialmente a Bulahar. || 4° La colonna italiana dovrebbe avvere approssimativamente la forza e la composizione seguente:

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Ove non ostino gravi difficoltà per provvedere i cavalli e per la spesa, sarebbe conveniente aggiungere alla colonna uno squadrone di cavalleria con 150 cavalli e con uomini misti fra italiani ed indigeni. In complesso, dunque, il corpo di spedizione avrebbe una forza in uomini, fra europei ed indigeni, di circa 9,000, con 18 pezzi da montagna e 150 cavalli, oltre gli ausiliarii dell'Aussa operanti parallelamente sulla destra. 5° Appena decisa la spedizione, si dovrebbe subito raccogliere presso il luogo di sbarco il maggior numero possibile di mezzi di trasporto (cammelli, muli, cavalli ed asini, ed occorrendo, anche portatori) sebbene di questi ultimi sia meglio far uso solo in caso di estrema necessità. L'abbondanza dei mezzi di trasporto renderebbe più rapide le prime mosse, cosa essenzialissima, sia per togliere in breve la colonna dalla zona costiera, che è la meno propizia, sia perchè la minaccia avrebbe maggiore effetto e paralizzerebbe subito il difensore d'Harar ed i nostri nemici che operano al nord. || 6° L'itinerario seguente e che si riferisce a questa soluzione, è quello già studiato dallo Stato Maggiore. Con esso, fatte le previsioni più larghe e meno favorevoli, in 20 giorni la spedizione dalla costa può esser giunta in Harar, cioè assai prima che le truppe abissine, richiamate dal nord, facciano a tempo di correre a contrastarne l'occupazione. Ponendo poi 12 giorni di viaggio per mare da Napoli a Zeila, si ha che in poco più di un mese l'impresa sarebbe ultimata. || 7° Circa la spesa, non si possono dare che cifre approssimative, sulla base del costo delle truppe della colonia Eritrea per un anno. Ivi un battaglione indigeno (1,200 uomini) costa, per tale periodo di tempo, 800 mila lire; un battaglione europeo (600 uomini) 700 mila; una batteria da montagna 180 mila; i gregarii delle bande, quando sono in servizio, sono pagati ad una lira al giorno oltre una razione

Staatsarchiv LIX.

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Nr. 11139. di farina di 600 grammi, pure per ogni giorno. Su tale base le truppe del 15. Jan.1896. corpo di spedizione costerebbero per un anno:

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4,900,000

600,000

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2,800,000 1,100,000

Totale L. 11,000,000 Supponendo che, per consolidare l'opera politica, per afforzare le posizioni che credessimo di occupare come pegni di sicurezza, per acquistarci finalmente dei seri alleati in paese, la spedizione dovesse durare sei mesi, la spesa dovrebbe essere ridotta a metà. Ma ponendo che l'altra metà dovesse servire per acquisto e consumo di materiali, per noleggio di navi e mezzi di trasporto terrestri, per costruzione di punti fortificati, impianto di telegrafo, stazioni di rifornimento, depositi, magazzini, stabilimento di funzionarii, maggior costo di derrate alimentari, acquisto di quadrupedi, ecc., ecc., e supponendo ancora che tutte queste maggiori spese richiedessero in più altri 4 milioni, si può concludere che la spesa complessiva dell'operazione non potrebbe, in nessun caso, oltrepassare i 15 milioni.

Notizie sulla strada da Zeila ad Harar.

Aspetto Generale Del Paese.

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Il paese fra Zeila ed Harar si può dividere in tre zone: la marittima, la vulcanica e l'alpestre. || La zona marittima, che si estende da Zeila fino a Dabab, è solcata da numerosi khors (torrenti asciutti), i quali quasi sempre offrono buona acqua, scavando, nel letto, dei pozzi di circa due metri di profondità. In questa zona la caccia è abbondante ed i cammelli trovano sufficienti foraggi nei cespugli che crescono specie lungo i detti khors. || La zona vulcanica che da Dabab si estende fino al passo di Gildessa è dapprima formata da un altipiano disseminato di rocce vulcaniche; poi diventa assai più accidentata, il suolo è più arido, e si alternano salite brevi ed erte con altipiani relativamente facili; infine, si trova una zona più fertile costituita dalla vallata di Dallaimallej che, per l'altipiano fertile di Vörgi, conduce al passo di Gildessa. || La zona alpestre comincia da questo passo e si protende oltre Harar in un paese difficile e montuoso, ma ricco, fertile e ben provvisto d'acqua, di foraggi, di coltivazioni e di boschi,

Clima. Le condizioni climatologiche variano da zona a zona, ed, in ogni zona, a seconda della lontananza dal mare e dell'altitudine. Sulla regione costiera si ha, in massima, cielo sereno da dicembre a marzo, e caldo umido da aprile a settembre; allora, le pioggie sono abbondanti, i corsi d'acqua gonfi; la temperatura massima all'ombra, di 45°, la media, 34°. Nella regione. vulcanica il clima è analogo a quello dello Scioa; la temperatura media in

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