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Italien.

Nr. 11140. logistiche. Lo sbarco a Zeila, oltre offetto morale sopra scioani, potrebbe 15. Jan. 1896. anche decidere da un lato i danachili ad avanzare sopra Harar, dall'altro i somali a riunirsi a noi contro scioani o almeno fornire mezzi. Felter assicura forze sufficienti almeno per efficace dimostrazione. Si potrebbe incaricare comandante Etruria, coadiuvato da Nerazzini, fare preparative in Zeila, mentre si provvederebbe al resto da Massaua, Aden, Aussa. Inizio preperativi su larga scala costituirebbe già dimostrazione di qualche efficacia sopra gli animi del Negus e Maconen; dimostrazione dovrebbe essere fatta in modo da potere andare a fondo, ove fosse facile, secondo Felter, occupare Harar. Quella forza potrebbe mantenervisi contro ogni attacco e trovare nel paese mezzi di sussistenza, come indicai nel mio telegramma del 24, a cui non fu dato seguito. Marcia da Zeila a Gildessa è in questa stagione relativamente non difficile, da Gildessa ad Harar facile. In quattordici giorni, mi si assicura, può percorrersi interamente tragitto. Acquistare noleggiare camelli non difficile a Zeila. Ove governo del Re dia il consenso, incomincierei subito a regolare e darei ordine ai nuovi battaglioni, appena giungano a Massaua, dove ad ogni modo debbono prendere terra, naturalmente quando situazione non dovesse mutare. I preparativi promettone bene; urge dunque risposta per profittare così della stagione come dei prossimi avvenimenti militari.

Nr. 11141.

Baratieri. Nr. 11141. ITALIEN. Der Ministerpräsident an General Baratieri. Die Expedition über Zeila wird unmöglich. Rom, 17. Januar 1896. Telegramma. || Convengo dell'utilità diversione sopra Harar. Vi ha Italien. però una difficoltà diplomatica che bisogna evitare. Il governo inglese esige un accordo nostro con Francia e conoscenza dei particolari della nostra spedizione. Queste condizioni rendono illusorio permesso sbarco nostro a Zeila. Ciò posto, bisogna valersi di una via che non incontri sfere d'influenza inglese e di Franzia. Questa via sarebbe Assab, lunga e difficile. Parmi inoltre necessario che il corpo di spedizione sia composto di indigeni e di bianchi, e non meno di seimila uomini.

17. Jan. 1896.

Nr. 11142.
Italien.

18. Jan. 1896.

Nr. 11142. ITALIEN.

-

Baron Blanc

Crispi.

an General Baratieri. Uebersendet den Entwurf eines Friedens mit Menelik.

Rom, 18. Januar 1896.

Signor generale, Ad ogni buon fine, e come argomento di studio, le unisco uno schema di condizioni di pace, per eventuali trattative a tempo opportuno.

Blanc.

Anlage.
Condizioni di pace.

L'annunziata presenza di Menelik nel campo delle operazioni militari, obbliga a prevedere il caso in cui, per fatti di guerra o per negoziati, la

Italien.

18. Jan.1896.

continuazione dell'esistenza di un negus, sia esso Menelik o altri, si presenti Nr. 11142. come la soluzione più pratica, qualunque preferenza si possa avere in massima per una Etiopia suddivisa sotto tanti ras, pari fra loro, e tutti egualmente a noi soggetti. In vista della eventuale opportunità di lasciar susssitere la compagine così detta imperiale, sono state preparate le seguenti basi per condizioni di pace da ottenersi in tutto o in parte. || Nel caso, invece, di accordi coi suoi soli ras, le condizioni stesse potranno trovare quelle applicazioni più late ai dominii di ciascuno di essi, che rispondano il più possibile allo spirito delle condizioni stesse.

Desideratum.

1o il negus e tutti i ras capi di provincie riconoscono l'intero Tigrè come territorio italiano sottoposto alla sola diretta sovranità del Re d'Italia, e ciò fino ad Ascianghi e il corso del Tacazzè. 2° Пl negus e tutti i ras riconoscono l'Etiopia, all'infuori del Tigrè, e compreso l'Harar e tutte le altre dipendenze, come sottoposta al protettorato dell'Italia e all'alta sovranità del Re Umberto e suoi successori. || 3° Il Governo italiano rappresenterà l'Etiopia in tutte le sue relazioni con l'estero. Il residente generale italiano sarà incaricato delle relazioni con gli agenti delle potenze estere. Ogni questione relativa a forestieri in Etiopia sarà trattata per suo mezzo. Agli agenti diplomatici e consolari del Re d'Italia all'estero sarà affidata la protezione dei sudditi e degl'interessi dell'Etiopia. || 4° Il negus ed i ras capi di provincie non potranno avere truppe senonchè nel numero e della qualità che siano dall'Italia consentite. || 5° Il negus ed i ras non potranno fare validamente concessioni di sorta a sudditi di altri Stati, nè di proprietà territoriale, nè di monopolii quali si siano, nè di esercizio d'industrie o di commerci, nè di servizi postali o telegrafici, nè di ferrovie, nè di miniere senza il consenso del Governo italiano. || 6o Il Re d'Italia avrà un residente generale stabile presso il negus e dei residenti presso quei ras capi di provincie dove lo ritenga conveniente. Questi residenti potranno avere una forza armata per loro scorta. || 7° Le nomine e investiture dei ras capi di provincie dovranno essere approvate dall'Italia. || 8° Il negus e i ras dovranno sempre sfrattare dai loro territori qualunque suddito estero, quando venga loro intimato di farlo dal Governo italiano. || 9° L'Italia potrà sola regolare il regime doganale dell'Etiopia, sia di fronte agl'italiani e ai sudditi italiani della Colonia Eritrea, sia di fronte ai sudditi di terzi Stati. || 10° Gl'italiani e i sudditi italiani della Colonia Eritrea come pure tutti gli altri forestieri abitanti o di passaggio nell'Etiopia dipenderanno dalla sola giurisdizione civile e penale del residente generale italiano e dei suoi delegati. || 11° Il negus ed i ras capi di provincie non potranno contrarre alcun prestito senza l'autorizzazione del Governo italiano. | 12° Il negus potrà far coniare monete nella sola zecca italiana. || 13° Il Governo italiano non assume alcuna responsabilità per effetto degli impegni, debiti o concessioni che il negus o i ras abbiano potuto sottoscrivere

Italien.

18. Jan. 1896.

Nr. 11142. verso chicchessia prima della firma del presente atto. || 14° Gl'italiani e i sudditi italiani della Colonia Eritrea potranno acquistare e possedere proprietà immobiliari in tutta l'Etiopia. || 15° Il negus e i ras capi di provincie si obbligano a concorrere alla difesa della Colonia Eritrea con tutti i loro mezzi e tutte le loro forze quando ne vengano richiesti dal governatore. || 16° Il Governo italiano promuoverà in Etiopia la viabilità, le comunicazioni telegrafiche, il commercio e l'agricoltura, l'educazione dei giovani notabili, l'organizzazione del sistema tributario e doganale, e tutto quanto possa contribuire allo sviluppo, economico e civile del paese. || 17° Al Governo italiano verranno deferite tutte le contese tra il negus ed i ras, e tra i diversi ras e capi indigeni. Nel caso di conflitti armati che il Governo italiano riconosca inevitabili, e di ricorso all'aiuto del Governo dell'Eritrea, il concorso armato verrà dato per mezzo di truppe coloniali a spese del capo richiedente. 18° Il Governo italiano assicura al negus X e ai suoi legittimi successori il trono

Nr. 11143.
Italien.

24. Jan.1896.

Nr. 11144.
Italien.

28.Jan. 1896.

Nr. 11145.
Italien.

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Nr. 11143. ITALIEN. General Baratieri
minister. Makalle ist befreit.

an den Kriegs

Massaua, 24. Januar 1896.

Telegramma. Adagamus, 24. Informatori dicono di aver veduto mercoledi sera battaglione Galliano uscire Macallè con armi, munizioni da guerra, feriti, bagaglio. Ras Maconen con Felter seguirebbero colonna, notizie altra provenienza confermano. Felter scrive data giovedi: oggi partiamo con colonna Galliano e lettera imperatore. Prego rimanere sempre fermo MaiMegheltà; impiegheremo quattro giornate viaggio. Baratieri.

Nr. 11144. ITALIEN. General Baratieri an Baron Blanc.
Friedensunterhandlungen mit Menelik.

||

Massaua, 28. Januar 1896.

Telegramma. | Adagamus, 28. - Pare che condizione cui principalmente teneva Menelik nel concedere uscita presidio Macallè sia quella della nomina plenipotenziario per trattare pace. Affinchè trattative anche se destinate abortire abbiano apparenza lealtà, mi occorre conoscere quali siano nelle linee generali intendimenti Governo del Re. Attendo pure ordini pel caso Governo del Re non intenda affatto trattare. Guadagno qualche giorno ancora permetterà compiere arrivo Adagamus brigata Da Bormida che comincerà 30 Baratieri.

corrente.

Nr. 11145. ITALIEN. - Baron Blanc an General Baratieri. Dem
Frieden muss ein Sieg vorhergehn.

Rom, 28. Januar 1896.

Telegramma. || Allo stato delle operazioni militari e prima che l'Italia 28.Jan. 1896, abbia riportato una vittoria sul nemico, il Governo del Re non vede che si

Italien.

28. Jan.1896.

possa seriamente trattare ed ottenere condizioni utile e che assicurino la nostra Nr. 11145. posizione in Etiopia per l'avvenire. Noi abbiamo bisogno di risolvere la questione in modo che non si ripetano annualmente le ostilità e che le ingerenze a noi avverse non possano più applicarsi a provocarle periodicamente. In base a questi concetti, Vostra Eccellenza vorrà regolarsi nel modo più utile al raggiungimento dello scopo. Comunque, invece di mandare un plenipotenziario a Menelik, potrebbesi ora accettare proposta fatta anteriormente da Maconen, quando offrivasivenire in Adigrat per trattare.

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Blanc.

an Baron Blanc.

Massaua, 28. Januar 1896.

Italien.

28.Jan. 1896.

Telgramma. || Adagamus, 28. Ecco lettera Menelik dal campo Dolò Nr. 11146. 16 Terù 1888. „Il vincitore del leone della stirpe di Giuda Menelik II nominato da Dio re dei re d'Etiopia, che arrivi al rispettato ed onorato Sua Maestà Umberto I Re d'Italia. La pace di Dio sia con Lei. Ella vuol la pace e l'amicizia e il generale Baratieri mi ha informato di ciò ed io sono stato molto contento." Il resto come nel telegramma del 26 senza nessuna altra parola di conclusione. Il desiderio della pace ed amicizia cui si accenna non fu da me espresso, ma Felter credette valersi di quelle parole per rispondere ad analogo vivo desiderio del negus affine ottenere acqua agli assediati.

Baratieri.

Nr. 11147. ITALIEN. Der Generalkonsul in Kairo an Baron
Blanc. Verhandlung Ras Mangaschas mit England.

Kairo, 29. Januar 1896. (6. Febr.)

Italien.

29. Jan. 1896.

Signor ministro, || Giunsé ieri un abissino latore di tre lettere di Man- Nr. 11147. gascià per la regina d'Inghilterra, il sirdar ed il governatore di Suachim. Lord Cromer mandò subito da me il collonnello Wingate ad avvertirmi e mi fece dare comunicazione di queste lettere, tutte e tre identiche. In esse Mangascià ricorda l'antica amicizia degli inglesi col padre suo, negus Giovanni, spera nel loro aiuto contro gl'italiani e conclude scusandosi di non aver scritto prima perchè le strade sono difficili. Il messo di Mangascià, persona di sua fiducia e che fu incaricato di completare a voce la missione affidatagli, lasciò il campo abissino dopo Amba Alagi, fatto al quale Mangascià non avrebbe preso parte perchè rimasto al lago Ascianghi con Menelik, e passando da Massaua incognito, giunse qui. Egli raccontò che Mangascià fu obbligato a rivolgersi a Menelik, suo malgrado per avere aiuti, non potendo disporre di ugual numero di soldati nè d'armi e munizioni, ma assicurò che mai lo riconobbe nè mai lo riconoscerà per Negus Neghesti. Aggiunse che uguale condotta terranno sempre ras Oliè e Taclè Aimanot e che lo stesso Menelik

29.Jan. 1896.

Nr. 11147. riconosce Mangascià un superiore e rimane in piedi dinanzi a lui. Secondo Italien. quest'abissino, appena vinti gli italiani, Mangascià si farà proclamare Negus Neghesti e spera nell'aiuto dell'Inghilterra contro Menelik, tanto più che avrà seco Taclè Aimanot. || Nel campo scioano oltre ad una grande abbondanza di fucili e di munizioni vi sarebbero parecchi cannoni e mitragliatrici, sotto gli ordini di un russo il quale sta istruendo nel maneggio di queste armi gl'indigeni. I francesi che accompagnano gli scioani sarebbero parecchi ma non ne sa il numero preciso. Essendogli stato detto che Menelik chiede la pace (cosa che egli ignorava) rispose non esserne meravigliato, ma che Menelik avrebbe trattato per sè, giacchè diffida degli altri capi ed è di natura paurosa, ma qualunque cosa avesse concluso non sarebbe stato approvato dai ras, i quali continuerebbero la guerra per loro conto. || Lord Cromer, dal quale mi sono recato subito mi disse essere convinto che il governo inglese uniformerà la sua condotta ai nostri desiderî e che sarà pronto a rispondere nel senso da noi chiesto, come aveva fatto l'anno scorso. || Conversando lungamente della situazione con Wingate bey (persona competentissima e che conosce bene quella gente per il lungo soggiorno fatto nel mar Rosso perchè da molto tempo capo della Intelligence Departement) mi disse, come opinione sua personale e facendo tutte le riserve perchè egli non può parlare con completa conoscenza di causa ignorando le attuali trattative fra il generale Baratieri e Menelik, che sarebbe da studiarsi se il trattare con Mangascià, contro Menelik, non sarebbe più proficuo per noi. Egli propende a credere che il primo di essi col prestigio dell'eredità paterna avrebbe un ascendente sulle popolazioni, conservatrici per natura loro, quindi desiderose di mantenere, almeno formalmente, l'antica costituzione. || Mangascià fatto Negus invece di Menelik, che rimarrebbe confinato al sud o deposto, se vincolato a noi da un trattato efficace per le sue condizioni essenziali ma che rispettasse le apparenze presso gl'indigeni, potrebbe crearsi, col nostro aiuto, un regno sotto il suo dominio diretto, a sud del Tigrè e, pur essendo egli vassallo dell'Italia, di fatto, avrebbe sotto di sè gli altri ras che resterebbero sottoposti in realtà a noi perchè il nuovo Negus dovrebbe esser abilmente legato all'Italia per mezzo di consiglieri o residenti. Questo vago progetto accennatomi dal signor Wingate in una conversazione famigliare ho creduto dover riferire all'Eccellenza Vostra sia per la competenza della persona da cui parte, sia perchè so che egli stesso la svolse a lord Cromer il quale, credo, non sarebbe alieno dal prestarsi a trattative di questo genere qualora il governo italiano lo desiderasse. || Ho telegrafato brevemente quanto precede all'Eccellenza Vostra ed al governatore dell'Eritrea giacchè mi sembrava ciò potesse avere qualche influenza sulle trattative che, a quanto dicono i giornali, sarebbero in corso.

Salvago Raggi.

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