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confirmato da uno inferiore. Credi che Cristo era savio, e che ha fatta la Scrittura per tal modo, che non ha bisogno di scienza secolare.... E' și legge che nel concilio di Nicea, quando quegli savii vescovi volsono convincere colle ragioni uno filosofo, non lo poterono mai superare nè vincere: di poi uno semplice uomo lo tirò in un tratto alla fede, a’quati disse poi il filosofo: Vobis pro verbis verba dedi... Andate in tutti gli studii: e dottori sono pagati per leggere logica et filosofia, e le leggi e tulle le arti hanno maestri: la Scrittura santa non ha chi la insegni: chi la vole se la impari da sè a sè. Non vedi tu, che quando tu vuoi lirare la fede alla filosofia et alla logica, che tu la abbassi et avviliscila? Piglia la legge semplicemente, credila semplicemente: ma tu vuoi fare come fece David quando volse ammazzare Golia, che s'armò dell'armi di Saul, e non poteva poi andare: ma poi che tolse le sue pietre, e gittò via l'arme, vinse. Cosi tu non t'armare di logica e di filosofia, ma di semplice fede (1). La Scrittura diletta assai per la speranza che promelle delle cose divine: e fa come quando l'uomo è stracco per cammino, che siede e si riposa; così la Scrittura diletta molto l'uomo tribolato, e lui si riposa in essa, e siede e piglia gran diletto, e induce a lacrimare per dolcezza della bontà di Dio, che vi si vede, e fu presente il suo amato Cristo (2).

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Altrove dice a Firenze, faccia pure contro di lui come le piace, non per questo arriverà a distruggere l'opera sua, perchè è opera di Cristo; viva egli o muoia, la semenza sparsa nei cuori fruttificherà: i nemici possono bene cacciarlo di città, non per questo se ne dorrà, poichè troverà un deserto ove ricovrarsi colla sua bibbia, e goder un riposo che i suoi cittadini non potrebbero turbare (5).

Qualche intelletto superficialmente filosofico non vedrà in. ciò che una lotta momentanea tra un frate ignorante e fanatico da una parte, e dall'altra l'intelligenza umana, di cui nulla potrebbe arrestare il procedimento. Eppure questo frate ne sapeva, per lo meno quanto i migliori avversarii suoi, negli studii profani ch'ei voleva, non sovvertire da capo a fondo, ma subordinare a studii cristiani: al par di loro conosceva gli annali di Grecia e di Roma, ma non li trovava nè più glòrioși nè più istruttivi che que’delle

(1) Sermone del lunedì dopo la III di quaresima.
(2) Sermone del martedì dopo la IV di quaresima.

(3) Sermone del martedi dopo la III domenica di quaresima.

Schiar, Vol. VI.

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nazioni sulla scena del mondo sopravvenute colla bandiera della Croce. Anche nell'antichità ricusava il primato a quelli che, come Tito Livio e Tucidide, non aveano scritto se non la storia del passato, e lo rivendicava agli storici ebrei, che soli al libro stesso aveano consegnato il racconto del passato colla storia figurativa dell' avvenire (1). Bisogna confessare che v'ha alcuna cosa di sublime e di profondamente cristiano in questa ripugnanza per ciò che non è più nè più deve essere; l'istinto della perpetuità è indivisibile da quello dell'immortalità, e questo fu sviluppato dal Cristianesimo in maniera, che il punto di vista cambiò interamente negli studii storici per chiunque arrivò alla pienezza di tale sviluppo. Questo, può già osservarsi negli informi schizzi di storia universale tentati dagli scrittori ecclesiastici ne'primi secoli del medio evo: poi con tutti i caratteri di perfezione e d'unità nell'incomparabile discorso di Bossuet; e può trovarsene il germe in molti passi dei sermoni del Savonarola. Per iscompigliare l'entusiasmo degli eruditi, fissi continuamente sull'antichità classica, egli mostrava loro all'Oriente le misere reliquie di questa razza greca, consunta dalla lebbra intellettuale, resa incurabile dal suo scisma, e impotente a scuotere il giogo si dei Barbari, si dell'errore (2): all'Occidente, non che sviare gli uditori suoi dallo spettacolo della romana grandezza, compiacevasi in quella vece di svolgerne agli occhi il quadro maestoso, ma al fine di dar più risalto alla conquista della città eterna, fatta dal Cristo, che aveà posta tanta magnificenza a'piè d'un semplice pescatore; è allora pareva intuonasse un canto di trionfo, parafrasando quelle parole del profeta Isaia: Civitatem sublimem humiliabit, conculcabit, eam pes pauperis, gressus egenorum (5): la città orgogliosa sarà umiliata e conculcata dal piede del poverello, e dal passo dell'indigente.

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Per dare una direzione più cristiana alla pubblica educazione, non doveasi far conto sopra le generazioni vissute nell'abitudine di riguardare la scoperta d'un manoscritto greco o latino come uno de'maggiori benefizii del Cielo: bisognava aspettare che que'

(1) Sermone della III d'advento.

(2) Che naque per l'heresic e li peccati dell'Oriente e dei Greci? Sono andati tutti in vastità sotto gl'infedeli. Sermone del venerdì dopo la II di quaresima.

(3) Sermone del martedì dopo la IV di quaresima.

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dotti vecchi, tutti duri come pietre (1), calassero un dopo l'altro nella tomba, e preparare con istituzioni degne d'un popolo cristiano la venuta d'una nuova generazione, sopra cui più specialmente invocava le benedizioni di Dio...

Si potrebbe fare una stupenda raccolta di tutte le commoventi allocuzioni, ch'e' diresse ai fanciulli che facevano parte del suo uditorio. Giammai le viscere del predicatore erano state commosse più di quando parlava a questa porzione innocente e prediletta del gregge suo, e li chiamava a raccogliere un giorno il frutto di sue fatiche, e vegliare sulla sorte avvenire della patria (2): ma in-tanto e' preparava questo lieto avvenire col ridurre alla loro cápacità le grandi verità della fede, e col provocare salutevoli riforme nella domestica educazione. Diceva alle madri eh'esse fallivano al più sacro dover loro col far allattare i bambini da gente grossa, talchė diventano poi spiriti grossi, e chi diventa lividinoso, chi iracondo, chi stizzoso, perchè gli fate allattare ancora dalle schiave, e quel primo latte da grande inclinazione al fanciullo (5): diceva ai padri che erano obbligati di dare ai loro fanciulli il grado d'istruzione, senza cui le loro disposizioni naturali non potrebbero svilupparsi dappoi (4): e a quest'insegnamento elementare in cui comprese lo studio delle lingue morte, voleva principalmente il Savonarola dar una base ed una direzione più in armonia collo scopo delle società cristiane.

1 capolavori che gli antichi lasciarono come tracce luminose del loro passaggio nel vecchio mondo, era tanto lungi dal volerli proscrivere, che anzi gli ammetteva volentieri come ausiliari della civiltà moderna, e come stromenti di coltura per l'immaginazione e pel buon gusto: ma la facoltà d'appropriarsi queste decorazioni straniere non doveva togliere che le basi ed il fastigio dell'edifizio fossero desunti unicamente dal cristianesimo. Gradiva che i professori di Firenze ponessero i loro allievi in

(1) Guarda tutti coloro che oggi seguitan la dottrina di quelli filosofi, gli troverai tutti duri come pietre. Sermone del martedì dopo la IV di qua

resima.

I Tiepidi, e massime i vecchi, che hanno il vizio nella parte intellettiva, non si possono convertire. Sermone della V domenica di quaresima.

(2) Sermone della III di. quaresima.

(3) Sermone del sabbato santo. Queste cose le si dicevano dunque prima dell'Emilio e della scuola de' filantrópi.

(4) Sermone del tunedi dopo la III di quaresima. In fatto d'educazione cristiana, è il sermone più notevole di tutta la raccolta.

grado di conoscere il genio d'Omero, di Virgilio, di Cicerone, senza che le traduzioni venissero ad interporsi come corpi opachi fra questi gran luminari e loro: ma poichè dal posto ov'egli s'era situato, il genio di alcuni padri della Chiesa appariva di maggiore profondità ed elevazione, e con questo vantaggio nella sostanza equilibrava per lo meno l'inferiorità delle forme, chiedeva che le migliori opere di san Girolamo e di sant'Agostino, e particolarmente il libro della Città di Dio, fossero ammessi ad egual porzione coi profani, acciocchè i giovani, diceva egli, non abbiano mai una lezione de'pagani, che non abbiano anche una de'cristiani (1). Per questa ragione egli voleva santificare la memoria de'giovanetti con iscolpirvi nell'età più tenera la storia dei santi e dei martiri che avevano onorato la Chiesa con virtù molto più eroiche, che non quelle degli uomini illustri di Plutarco (2).

Il male cagionato dagli abusi introdotti nella pubblica educazione era aggraváto e riprodotto sotto forme ancor più pericoJose dagli artisti, dediti a tutte le ispirazioni profane che venisseró loro dai protettori o d'altronde. I monumenti dell'arte pagana, divenuti oggetti d'una specie di culto hella reggia de' Medici, avevano insensibilmente alterato le nozioni del bello, quale era stato inteso fin allora, da'pittori e scultori cristiani. D'una parte il naturalismo, incoraggiato dalla crescente soostumatezza, aveva preso apertamente possessione de'luoghi santi, e la profanazione commessa dal frate Lippi (3) rinnovavasi ciascun di: al posto della Madonna, della Maddalena, e fino di san Giovanni ponevansi nelle pale degli altari ritratti di fanciulle, sovente troppo conosciute, attorno a cui, senza rispetto pel sagrifizio, affollavasi un clamoroso concorso di curiosi e di profani (4).

In queste sorta di rappresentazioni tutto era calcolato in modo,

(1) Burlamachi dice a pag. 93, che erasi cominciato ad insegnar la grammatica ai fanciulli nelle opere di san Leone, san Girolamo, e spiegar il trattato De Officiis di sant'Ambrogio: aggiunge che il Savonarola aveva scritto un opuscolo per istornare i giovani dalla lettura dei poeti licenziosi. Nella giustificazione che i magistrati fiorentini diressero alla Corte di Roma, dicevasi che Savonarola voleva s'insegnasse alla gioventù la storia del Redentore e dei Santi. BARTOLI, Apol. di Savonarola, pag. 331. Firenze 1782, in 4°. ~

(2) Egli si rifà più volte sopra questa esortazione. V. il sermone del martedì dopo la IV di quaresima.

(3) Ritrasse una novizia d'un monastero per far la Madonna Annunciata, e colse l'occasione per sedurla.

(4) Sermone del sabbato dopo la II di quaresima.

da depravare l'immaginazione degli spettatori: nudità allettatrici v'erano sfoggiate impudentemente, e non più. il vestire tradizionale, ma alla Madonna e alle sante donne davasene uno, che le faceva somigliare a cortigiane. Di ciò il Savonarola rimproverava i pittori coll' accento della più viva indignazione, chiedendo con qual diritto venissero ad ostentare così le proprie loro vanità nelle chiese, e ripetendo che la Vergine andaya vestita come poverella simplicemente, e appena se gli vedeva il viso... Voi fate parer la vergine Maria vestita come una meretrice :: che la bellezza celestiale del viso di lei era come il riflesso della santità dell'anima sua, onde diceva san Tommaso che uom giammai non l'avea guardata con occhio di concupiscenza (1).

E pare che questa invereconda licenza avesse già fatto del guasto assai, avvegnachè il Savonarola affermava che, se gli artisti avessero saputo come lui tutto lo scandalo che n'era venuto alle anime semplici, avrebbero concepito orrore dell'opera propria. Più licenziosi correvano i loro pennelli quando decoravano palazzi o case private, ove il paganesimo vagava a briglie sciolte, e faceva per gli occhi entrar nello spirito de'fanciulli ciò che altrove per gli orecchi, Le Madonne poste negli oratorii, non che edificar la famiglia raccoltavi a pregare, producevano spesso il contrario, e se un pio cittadino, con paterna sollecitudine mostravasi disgustato di queste lascivie, e domandava una Vergine, di cui lo sguardo, l'età, il carattere fossero un preservativo contro ogni pensiero impuro, l'artista maligno gliela dipingeva con tanto di barba al mento (2).

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L'abbandonare tutte le nudità che offendevano il pudore fin nell'asilo suo più sacro, vale a dire fin sotto gli occhi materni, era il primo pegno che Savonarola esigeva dai genitori convertiti, opponendo alla loro corrività in materia sì rilevante la severità d'Aristotele, che, coi soli lumi della filosofia pagana, avea veduto abbastanza per mostrare, nella sua Politica, il pericolo d'esporre ai fanciulli immagini disoneste (5).

Ma a che potea tornare la distruzione di tutti i monumenti profani, se il principio ond'erano nati non fosse stato combat

(1) Ibid. e sulla bellezza della Vergine, sermone del venerdì dopo la III di quaresima...

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(2) Scherzo fatto dal Nunziata, bravo per far girandole alla festa di san Giovanni. Lo racconta il Vasari nella Vità del Ghirlandaio.

(3) Sermone della I domenica di quaresima.

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