Origine della lingua italiana

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Tipogr. della Volpe, 1831 - Italian language - 276 pages
 

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Page 196 - E che si stava de' pensic r miei in cima, Non posso (e non ho più sì dolce lima) Rime aspre e fosche far soavi e chiare. E certo ogni mio studio in quel tempo era Pur di sfogare il doloroso core In qualche modo, non d
Page 148 - Adunque, ritrovato quello che cercavamo, di» como, che il volgare illustre, cardinale, aulico e » cortigiano in Italia è quello, il quale è di tutte » le città italiane, e non pare che sia di niuna , » col quale i volgari di tutte le città d' Italia si » hanno a misurare, ponderare e comparare.
Page 200 - Come per acqua o per cristallo intero trapassa il raggio, e no '1 divide o parte, per entro il chiuso manto osa il pensiero si penetrar ne la vietata parte.
Page 196 - S'io avesse pensato che si care fossin le voci de' sospir miei in rima, fatte l'avrei dal sospirar mio prima 4 in numero più spesse, in stil più rare; morta colei che mi facea parlare e che si stava de...
Page 178 - Quali fossero le cagioni , per cui s' incominciò , e in qual tempo s' incominciasse , a scrivere in italiano. 4' In qual tempo la lingua degli scrittori prendesse una notabile differenza dalla favella del popolo. 5. Quanto influisse la favella del popolo sulla lingua degli scrittori, e quanto la lingua degli scrittori sulla favella del popolo. 6. In qual parte d' Italia la favella del popolo si accostasse più alla lingua degli scrittori.
Page viii - Nerli e quel del Vecchio Esser contenti alla pelle scoverta, E le sue donne al fuso ed al pennecchio.
Page 184 - Siciliani, come nelle preallegate Canzoni si può vedere, non è in nulla differente da quello, che è laudabilissimo, come di sotto dimostreremo. I Pugliesi poi ovvero per la acerbità s loro, ovvero per la propinquità dei loro vicini, fanno brutti barbarismi. E' dicono : « Volzera che cbiangesse lo quatraro.
Page 212 - Così ha tolto l' uno all' altro Guido La gloria della lingua; e forse è nato Chi l' uno e l
Page viii - Nerli, e quel del Vecchio Esser contenti alla pelle scoverta, E le sue donne al fuso, ed al pennecchio. O fortunate ! e ciascuna era certa Della sua sepoltura, ed ancor nulla Era per Francia nel letto deserta. L' una vegghiava a studio della culla, E consolando usava l' idioma, Che pria li padri e le madri trastulla : L' altra traendo alla rocca la chioma, Favoleggiava con la sua famiglia De' Troiani, e di Fiesole, e di Roma.
Page 165 - Dio vel saperieno dire : e se loro avessero avuta la mente a Dio non sariano stati a guardare quel che mi facesse. Il vescovo acceptò la scusa , e conoscette Danti per savio huomo scorgendo questi invidiosi per bestioni.

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