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la copia della risposta del cardinale Maury', insieme con quella del breve, colla commissione di comunicarla ad alcuni vescovi, la quale [era] senza saputa della segreteria di stato, di cui ogni cosa esterna deve essere speciale dipartimento. Egli si è scusato; ma al fatto non vi è rimedio. Ora diviene una necessità il mandare il piego al cardinale di La Rochefoucauld, per non dar causa di lagnanze ai vescovi trascurati. Siccome però nel detto breve non sembra troppo ben calcolato quel periodo fra parentesi, cioè « nam ab iis penes quos » fino alla parola <<< conveniendi », così si è pensato, nel caso della trasmissione agli altri vescovi, di toglierlo affatto, checchè sia delle copie trasmesse dal cardinale di Maury a quei dodici. La stessa differenza potrà fare dubitare della autenticità di quella frase, e questo basta. Si è voluto metter al giorno Mgor Spina di tutto questo, acciò sappia bene il fatto, e possa servirgli di regola nel caso che se ne facesse [querela].

Circa la promessa di fedeltà al governo da sostituirsi a quella della costituzione, come si è detto nel foglio delle istruzioni, deve avvertirsi Mgor Spina, che a questo passo, che certamente fino alla pace non può piacere alle altre corti o a Luigi XVIII, ci venga più tardi che può, e non lo proponga da sè. Se poi fosse stretto su questo punto, stia pure alle istruzioni, come si è detto. Quanto a Luigi XVIII, finora il governo francese niente ha detto. (che si sappia) sopra l'avere il Santo Padre riconosciuto. Se seguita a non parlare, tanto meglio; e se poi ne facesse querela, Mgor Spina potrà dire ingenuamente come andò la cosa. Stando Pio VI in Francia, Luigi XVIII, in assenza del Santo Padre, scrisse al cardinale decano del S. Collegio in Padova la lettera in forma di partecipazione delle nozze della principessa, sua nipote. Il cardinale decano nel risponder gli diede il titolo di

i Pièce no 813. L'explication que donne Consalvi répond à l'objection que nous avions élevé sur le rôle attribué à Maury dans cette circonstance (voir t. I, p. 75. note).

* C'est-à-dire à douze évêques émigrés (cf. p. 591).

Le mariage de Madame Royale, nièce de Louis XVIII, avec le due d'Angoulême, fut célébré à Mitau le 10 juin 1799. A cette occasion, Maury écrivait, le 4 septembre: «...Je me flatte que [V. M.] aura été satisfaite de la réponse du cardinal doyen, qui a le cœur français, à la communication officielle dont elle a daigné nous favoriser, en annonçant au Pape la célébration de ce mariage si in

<«< Re Cristianissimo. » Morto Pio VI, nel parteciparlo a tutti i so-
vrani, lo stesso cardinale decano, coerente a ciò che aveva fatto,
indusse il Collegio a scrivere anche a Luigi XVIII con lo stesso
titolo. Appena fatto il nuovo Papa, nell' affollamento di quello
primo giorno, in mezzo a tante cure, ed oppressione di spirito
in sì gran cambiamento, nella lettera di partecipazione ai so-
vrani non si presentò altro alla sua mente, se non che dopo la
solenne ricognizione fatta dal S. Collegio non poteva egli certa-
mente revocarla, con trascurarlo e dare indietro. Scrisse dunque
ancora a lui. Al fatto non ci può essere riparo, nè il Santo Padre
lo smentirà mai. Altro dunque non si sa vedere in un estremo
caso, quando sia ben fissato presso tutte le potenze il
mento per la Francia, se non che uniformandosi ancora il Santo
Padre agli altri, potrà senza alcuna contradizione riconoscere
per re Luigi XVIII, come la Prussia, la Russia e l'Imperatore
riconoscevano per re il defunto Stanislao, re di Polonia, che
stasse ritirato in Grodno, come Luigi XVIII in Mitau.

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Tutto questo si dice per lume di Mgor Spina, e per servirsene alle occasioni come di sua opinione, istillando idee che possano sempre agevolare la cosa e diminuire gli ostacoli. Circa 1ambasciatore che la Repubblica francese volesse mandare a Roma, deve procurare Mgor Spina di fare tutto il possibile per impedirlo, 0 almeno allontanar la cosa più che si può. Non gli mancheranno buone ragioni, especialmente la presenza de' Napoletani, Lecattive disposizioni del popolo, aumentate dal molto che ha sofferto in tempo della democrazia de' Francesi. Se il governo fra neese si dichiarasse cattolico, allora non ci sarebbe difficoltà. Se così, si refletta che le potenze divise di comunione con la Santa Sede, non vi tengono qui ministro, ma solo da pochissimo tempo in quà degli incaricati o residenti, il che non converrebbe alla dignità della Repubblica francese, dopo che la Francia teneva in passato o un ministro o un ambasciatore. Può dire Mgor Spina,

téressant pour toute l'Europe. Le bon cardinal Albani se conforma dans sa lettre
à notre ancien protocole... » (Corr. de Maury, t. I, p. 193).
On remarquera
que cette lettre du card. Albani ne pouvait passer ni pour l'oeuvre de Pie VI,
qui était mourant à Valence, ni pour celle du Sacré Collège, qui n'était pas en-
core réuni en conclave. Elle ne pouvait donc engager le Saint-Siège, qui n'a
réellement fait le premier pas dans la voie de la reconnaissance de Louis XVIII,
que par la lettre du 8 octobre 1799 (cf. t. I, p. 11, note).

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che accomodate le cose di religione e le attuali vertenze, allora la cosa può farsi assai più agevolmente. Ad ogni caso pare che Mgor Spina, con una negoziazione franca e leale con il ministro degli affari esteri o con il Primo Console, possa far intendere con buon frutto, che non è per essi prezzo dell'opera il voler compromettere il Santo Padre con i principi cattolici ai quali non può non aver dei riguardi, e con i suoi sudditi.

Capitandogli discorsi sulle poste estere, e giurisdizioni, può far sentire come Sua Santità decisamente non le vuole, e come l'Imperatore e il re di Napoli sono già di accordo sulle poste, e finora si trova solo qualche poco di difficoltà nella Spagna, che anderà a svanire. La Francia, dopo il fatto proprio di averle tutte tolte nel tempo della repubblica romana, non può onestamente più pretenderle.

Si fa il congresso a Lunéville per la pace. In qualunque altro luogo che in Francia, il Santo Padre vi avrebbe subito mandato qualcuno, con carattere o senza, il quale ancorchè non fosse stato commesso formalmente, sarebbe stato però sempre alle coste de' diversi ministri intervenienti, per averne protezione, e assistenza agli interessi della Santa Sede. Facendosi il congresso in Francia, nè potendo mandarvi alcuno senza la licenza del Primo Console, resta a vedere se convenga fargliene l'istanza. Egli forse risponderà, che non vi è di bisogno, essendo Mgor Spina a Parigi; ma due cose si possono rispondere. Prima, che volendo esser fedeli a non unire la trattativa delle cose temporali con le ecclesiastiche, la di lui missione a Parigi non può nè deve servire a quest' oggetto. La seconda è, che a noi non fa lo stesso giuoco, perchè in Parigi non vi sono che Francesi, mentre in Lunéville vi sono i Russi, i Prussiani, gli Inglesi, gli Imperiali1, ai quali l'inviato si potrebbe raccomandare, e molto più i primi tre, che non ci hanno un interesse proprio, come l'Imperatore e la Francia, nel pretendere disporre delle tre Legazioni, o per i compensi, o per la Repubblica cisalpina. Niuno però potrà trovar a ridire che il Santo Padre, in un congresso dove si tratta di tanta parte del suo stato e dell' uni

1 Cette assertion est inexacte; mais on peut dire qu'alors tous les Cabinets en Europe prévoyaient la possibilité d'intervenir au congrès qui était annoncé à Lunéville.

versale sistemazione d'Italia e di Europa, abbia chi parli ancora per lui. Noi potremmo mandarvi, o con carattere o senza, Mgor Della Genga, o il conte Troni1. La difficoltà sta nel come prendervisi, e ottenerlo dal Primo Console. Se a Lunéville ci fosse uno per parte nostra, tanto più vedrebbe il mondo che la missione di Mgor Spina a Parigi non è che per lo spirituale. Quando nel discorso, o data opera o casuale, non riesca a Mgor Spina di far gustare questa necessità, in cui è il Papa di comparire anche lui a Lunéville per il suo interesse, ad ogni peggior caso può interessare per noi il ministro di Spagna, Muzquiz, che v' interviene per la Spagna, acciò procuri il ritorno delle Legazioni al Papa, e il compenso di Avignone e Carpentrasso, o in stati in qualche luogo senza offendere la giustizia, ovvero in altri modi che saranno possibili. La corte di Spagna può avere un interesse assai minore contro la restituzione delle Legazioni a cui le fornirà, seppur non vi è qualche idea per il duca di Parma. Nondi neno, il raccomandarei al ambasciatore di Spagna gioverà sempre. Tutto questo discorso sul congresso di Lunéville non si fa a Mgor Spina per dargliene positiva commissione, essendo cosa delicatissima, nè avendo qui ancora tutti i dati e tutti i lumi Decessari, ma solo gli si fa perchè sappia in genere gli attuali pensieri, e prenda consiglio dal momento, e tragga giovamento dai casi che si possono a lui dare.

Quanto a Pesaro, Mgor Spina nei discorsi che gli capita-se di poter fare, può far sentire come il Santo Padre reclamò q città al generale Masséna, mentre su di essa non può cadere nemmeno il titolo (che Sua Santità non ammette, il che mai isogna [non] lasciar di aggiungere) della Cisalpina; mentre essa città non fu compresa, quando lo stesso Primo Console ne fissò ilimiti a Campo Formio; nè fu ceduta a Tolentino, ma fu occupata dai Cisalpini posteriormente. E se pur fosse necessaria per la attuale posizione militare dell' armata, perchè non si lascia almeno al Santo Padre il governo civile, [come] lo fanno i Napoletani in Roma, e i Tedeschi in Ancona? Sul proposito di Ancona, nelle occasioni potrebbe Mgor Spina, capitando i discorsi, rilevare quanto danno riceverebbe il Papa se questa dovesse

Cf. t. I, p. 497, notes 1 et 2:

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stare in mano di altre truppe, siano austriache, siano francesi, fino alla pace continentale, non avendo mezzi per mantenerle, e perdendo i profitti che da quello porto possono ritrarsi; onde converrebbe assicurarne, più presto che si può, la piena restituzione.

Nel caso della impresa dei Francesi contro Napoli, per cui entrerebbero negli stati del Papa, già è istruito Mgor Spina della necessità, in cui sarebbe il Papa, di opporvisi dal canto suo, attese le obbligazioni che ha al re di Napoli per il recente beneficio di avergli restituito Roma, ed il resto del suo Stato occupato da lui, compreso anche Benevento e Ponte Corvo. Inoltre le sollevazioni di popoli dello Stato, parte per la loro avversione ai repubblicani, parte per essere compromessi dalle passate loro insorgenze, parte in fine per il soffrirvi [ciò] che farebbero i Napoletani ad aumento della loro propria difesa (cose tutte impossibili ad impedirsi dal Papa, che non ha forze, e che non sarebbe nemmeno ascoltato nelle persuasioni), obbligherebbero il Papa ad una risoluzione, cioè a partire egli stesso, e ritirarsi in luogo neutro per quanto è possibile, per non essere nè spettatore delle tragedie che nascerebbero, nè sospettato di avervi parte. Lo stesso interesse de' Francesi lo esigerebbe, perchè trattandosi dal Santo Padre le cose ecclesiastiche di Francia, se egli stasse dove fossero essi, si sospetterebbe di violenza ogni concessione che egli facesse ; onde non gioverebbe a essi, per la opinione dei popoli. Nel caso dunque che il Santo Padre, non riuscendo in persuadere i Francesi a retrocedere dai suoi stati, ed accettare piuttosto la sua mediazione con Napoli, fosse costretto a partire, Mgor Spina procurerà allora (non adesso) a far gustare la ragionevolezza e la saviezza di questa risoluzione, anzicchè debba servire di titolo di doglianza.

Sarà ben fatto, che Mgor Spina faccia rilevare il merito che ha avuto il Santo Padre nel convenire nella missione a Parigi, la quale è ben naturale a capire, che nelle attuali circonstanze non piace agli altri ai quali il Santo Padre è pur tenuto ad avere dei riguardi. Sembra che questa riflessione dovrebbe essere presa in considerazione a suo favore.

Un amarissimo affare tiene adesso in grande agitazione il Santo Padre. Il generale in capo della spedizione napoletana dei

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