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RAGIONAMENTO PRIMO.

La Beatrice della Vita Nuova è una figura allegorica, per confessione e dimostrazione di Dante medesimo.

IL CONVITO DI DANTE è un lungo e minuto comento, fatto dal poeta stesso ad alcune sue canzoni "sì d'amore come di virtù materiate," cioè che han materia sì d'amore come di virtù. Tutta l'opera consiste in quattro trattati; e fin dal primo ei dichiara che intende illustrarvi quattordici di siffatte canzoni, che furono da lui composte per la sua mistica donna, cioè per la Filosofia; ma, qual che stata ne fosse la cagione, non menò a compimento l'esteso lavoro, poichè non ne illustrò che tre sole. Possiam tener per certo che le altre undici si trovano, o tutte quante o in gran parte, nella raccolta delle sue Rime Liriche, la qual contiene tutte quelle che ci son di lui pervenute.

E da gemere che quel comento non sia stato condotto a, termine; poichè, senza una tal guida, difficilissimo ora riesce il distinguere fra le sue rime quali sieno le canzoni che trattano della mistica donna; e di ciò tutt'i critici facilmente convengono. Le composizioni erotiche che in quella raccolta si leggono paiono scritte per una donna vera, e non per un fantasma allegorico tanto quel modo di poetare è, oltre ogni credere, illusorio ed ingannevole. Le stesse tre canzoni nel Convito illustrate son di tal fatta; e chi prendesse a leggerle senza il comento che le sminuzza, cadrebbe sicuramente in questo falso giudizio, e non sognerebbe mai che vi sien chiusi tutti quegl' ineffabili misteri che dal poeta medesimo vi sono minutamente sviscerati, e variamente magnificati.

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Fu già scorto da qualche scrittore che "la natura del Convito è quasi continuazione della Vita Nuova" *; ma non fu mai scorto da alcuno che il primo ha per oggetto d'illustrar la seconda, affin di giovarla in ogni sua finzione; poichè l'autore nell'indicar con quel comento l'interna essenza delle sue canzoni "sì d'amore come di virtù materiate," ci andò additando nel punto stesso l' interna essenza della sua Vita Nuova, ch'è della medesima tempra. Talchè può fermamente asserirsi, e vittoriosamente provarsi, che la Vita Nuova è l'ENIGMA, e il Convito è la SOLUZIONE: noi qui lo annunziamo, e Dante in seguito lo dimostrerà. Questo era il massimo segreto della sua anima gelosa, e perchè fosse un segreto apparirà più tardi: ciò non ostante, egli ardì manifestarlo in modo evidentissimo a coloro che aveano l'intelletto sano; e poichè l'avrem tratto dal chiuso santuario della sua mente, dove per cinque secoli e mezzo restò quasi sepolto, il problema che abbiam fra le mani sarà più che a metà disciolto. Cominciamo l'analisi.

Nel primo trattato del Convito, il quale è proemio ai tre seguenti che comentano le tre canzoni, l'autore scrive così:

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Se nella presente opera ch'è Convito nominata, e vo che sia, più virilmente si trattasse che nella Vita Nuova, non intendo però a quella in parte alcuna derogare, ma maggiormente giovare per questa quella."+ Che quel giovare valga illustrare cel farà comprendere egli medesimo. Or dunque nello scrivere il Convito è suo disegno d'illustrare la Vita Nuova; e nel dire che "" non intende a quella in parte alcuna derogare," ei fa sentire che in ogni parte quell'operetta è figurata. Se ciò non fosse, in che potrebbe egli giovarla? Come mai esponendo le sue metafisiche idee intorno ad una donna totalmente immaginaria (tale è da lui dichiarata la donna di cui ragiona nel Convito, cioè la Filosofia) potrebbe egli giovare le storiche narra

* Parole di Cesare Balbo, nella Vita di Dante Alighieri. E'l Pederzini annotò accortamente nel Convito (cap. I.) che Dante "nella Vita Nuova le cose scientifiche lasciò vedere, e non più ;" volendo forse dire che le mostrò in figura ma non ne presentò le spiegazioni.

† Convito pag. 9, Firenze, 1834;

Citeremo sempre questa edizione.

zioni intorno ad una donna totalmente reale? (tal è da molti supposta la donna di cui parla nella Vita Nuova, cioè Beatrice.) E ch' egli con quel comento illustrasse quell' opuscolo, lo vedrem in seguito verificato, onde il fatto confermerà l'intenzione. Ed è da notare che nello scrivere : "La presente opera è Convito nominata, e vo' che sia," fa sentirci che in quel titolo ei chiuse un significato, a cui bramava attrarre l'altrui attenzione; lo stesso dobbiam ripetere della Vita Nuova: ei la nominò così, perchè quel titolo solo, di cui tra poco sentiremo tutta la forza, basta a svelarne l'arcana natura.

Convivio

v. MS

Nel Convito, dove comenta le tre indicate canzoni, ogni minima espressione in quelle impiegata è da lui esposta come allegorica; sino al punto che fin le parti che sembrano più letterali sono convertite in figurate. La sua donna, come dicemmo, è la Filosofia; e dopo averle con lunga diceria attribuito anima e corpo, ei nello spiegare che cosa sia l'una e che cosa l'altro, dà facolta all'anima e membra al corpo di un tal essere fittizio. Gli occhi e la bocca della donna sono le dimostrazioni e le persuasioni della Filosofia; e su tali occhi e tal bocca espone cose che avanzano il comun concepimento. L'amore ch'egli ha per una tal donna è lo studio ch'egli fa della Filosofia; il quale studio o amore unisce la persona amante con la persóna amata, cioè il Filosofo con la Filosofia, di modo che delle due persone ne risulta una sola; e per tal dichiarazione Dante e la donna sua divengono una medesima cosa. Il vivere è ragione usare, il morire è cessar di usarla, onde la vita e la morte son cangiate it convivi in due mere figure, e lo stesso dicasi de' morti e de' vivi. Il regionore cielo è la scienza in generale, i cieli son le scienze in particolare; di maniera che i nove cieli, che vengono ad uno ad uno caratterizzati, sono interpretati per nove scienze, che vengono ad una ad una dichiarate. Il pensiero del poeta ora è un'anima, ora uno spirito, che, per vagheggiar la sua donna, si eleva perciò ai cieli, cioè alle scienze, che sono nel punto stesso "cieli" e

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membra della Filosofia." Questa medesima creazione poetica è un vero poligono, le cui facce principali sono la morale e l'intellettuale, dalle quali nascono due vite mistiche, cioè l'attiva che

C

ha per oggetto la virtù, e la contemplativa che ha per oggetto la verità; e queste due vite, di cui variamente ed a diverse riprese ei discorre, divengono elle medesime due donne, che ora hanno un nome ed ora un altro. E così di centinaia di altre cose, delle quali lungo sarebbe qui ragionare.

Nel leggere un tal complicato comento di più complicato poetare, in cui il pensiero rimane sovente smarrito e perplesso fra insolite astrazioni scolastiche e inconcepibili sottigliezze metafisiche, il lettore vede aprirsi dinanzi un immenso teatro di fantasmagoria, e scorge, come per incanto, cangiarsi il mondo delle realità in quello delle immaginazioni, ciò che gli sembrava fisico in ciò che gli è dichiarato metafisico, e i corpi palpabili in concetti mentali. E nell'accorgersi con sua sorpresa che una folla d'idee è divenuto un popolo d'idoli, i quali dotati di amori e d'odj, e capaci di azioni e passioni, parlano, rispondono, vanno, vengono e s'affaccendano, non sa più distinguere quale è il vero e quale è il finto. L'impressione dominante che gli rimane lo assicura intanto che quella donna, la quale per varj caratteri, nelle canzoni espressi, gli parea prima una donna di carne e d'ossa, altro non è che un'illusione, una figura, un fantasma.

Data un'occhiata alla SOLUZIONE, diamone un'altra all'ENIGMA, giacchè per iscoprire questa ignota verità, ci è d'uopo camminare al rovescio. Memori sempre che Dante nello scrivere il Convito " non intese in parte alcuna derogare alla Vita Nuova,” ma che anzi intese con quel comento maggiormente giovare quell' opuscolo, uopo è vedere com'egli eseguì un tal progetto.

La Vita Nuova offre un tal complesso di cose fantastiche, e in sì bizzarri modi espresse, che può ben dirsi non esser ivi parte alcuna la quale desti nel lettore il sicuro sentimento d'un genuino racconto. L'adorator di Beatrice parla colà continuamente del suo amore e della donna sua, ma in qual guisa? Quell'amore fu giudicato rigenerazione, com'era appellata l'iniziazione ai misteri *, e quella donna pare lo scopo dell'arcana

"The honours of the initiation were conferred upon the candidate, and a golden serpent was placed in his bosom, as an emblem of his being rege

rigenerazione, cioè la scienza che ne derivava.

In fatti, il Sal

vini annotò il titolo di quel libretto così: "Vita Nuova zaλıyyeveσià, rigenerazione per via d'amore.” Ed un de' critici più chiaroveggenti dell'età nostra, che consumò gran parte de' suoi dì nel culto di Dante, dopo matura considerazione scrivea così: “Che nella Vita Nuova si tratti della rigenerazione operata nell'autore da amore, è indubitato *. Ma quest'amore è poi reale o allegorico? reale o allegorica la donna che n'è l'oggetto? - Chi senz'alcuna preoccupazione si fa a leggere la Vita Nuova rimane irresoluto se debba attenersi piuttosto all'una opinione che all' altra; poichè talvolta incontrasi in cose che gli farebbero conchiudere trattarsi qui d'un amore reale con donna vera; e talvolta ei trovasi per modo assorto fra le astrazioni e il mistero che gli è forza di confessare non poter essere quest'amore di Dante altro che allegorico; " giacchè il poeta " tanto si perde in queste astrazioni che ne fa perfino dubitare se Beatrice possa mai aver esistito fuori della sua fantasia.” † Ed è ben da notare che la palingenesia, cioè la rigenerazione o iniziazione, venne denominata appunto VITA NUOVA da coloro che ne scrissero, come ci è da valide autorità testificato. E in verità, chi dice iniziazione, esprime un punto che nel dar termine alla vita VECCHIA, O profana, dà inizio alla vita nuova, o sacra. Quindi derivarono le espressioni figurate di morire (come uomo vecchio) e di nascere (come uomo nuovo.) E perciò Apuleio nel ragionare della sua iniziazione ai misteri eleusini lasciò scritto che dopo la solennissima funzione arcana fu celebrato il lieto giorno della sua NASCITA; al che Lenoir annota: "L'initié après

nerated, and made a disciple of Mithra." (Th. Maurice, Indian Antiquities.) "Un ange m'expliqua par ordre la regénération et ses mystères." (Swedenborg.) E così altri che in seguito vedremo.

* Palingenesia, cioè rigenerazione, era detta dai Pittagorici la iniziazione, e fin nelle nostre evangeliche carte è così nominata.

† Marchese Trivulzio, Pref. alla Vita Nuova, da lui pubblicata in Milano. Scrive San Basilio Magno, parlando della waλıyyeveσia; "Regeneratio enim, est ipsa vox indicat, ALTERIUS VITA initium est." Che quell'ALTERIUS VITÆ indichi una VITA NUOVA, e quell' INITIUM faccia sentire l'INIZIAZIONE, è per se ovvio.

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