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mystère, vient du primitif mu silence, en latin mutus."

E

tuttora ne' mistici gradi si consacrano gli "Eletti Cavalieri di Nove," e tuttora ne' mistici riti si canta :

We wist godlike science talkė,

While we celebrate the Nine

And the wonders of the Trine.-(Ahiman Razon.)

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Quel detto pittagorico sino a noi disceso, Omne trinum est perfectum, riguarda non solo il numero tre ma anche il suo prodotto, nove; onde Ausonio: Ter bibe, vel toties terno, sic mystica lex est;" al che Genzio annota: "Id est, aut treis ciathos, ad numerum Gratiarum, aut novem, ad numerum Musarum." E altri ne' rituali banchetti si bee tuttor così, 3X3=9, numero perfetto. 'Il numero caffo si prende per lo numero più perfetto,” si legge fin ne' dizionarj; ‡ e il NOVE specialmente è detto per antonomasia il numero perfetto, come quello che nella tavola pittagorica (vocabolo che svela la sua arcana origine) è il più alto caffo, il quale compie e perfeziona la serie de' numeri semplici. Venne perciò fin da antichi tempi denominato numerus perfectus, o anche numerus perfector, come si ha da irrefragabili autorità; onde un recondito Greco, citato dal Meursio, sentenziò: "NOVEM perfectus numerus dicitur, quia ex perfecto ternario fit;" e Marziano Capella, nelle Nozze della Filologia, scrisse: "NOVEM perfector dicitur, quia ex triade perfecta forma ejus multiplicata perficitur;" e da perficio deriva perfectus. Quindi vennero que' tanti NOVE ch'ebbero origine dalle prische iniziazioni, come le nove Muse, i nove cieli, i nove libri sibillini, i nove giorni festivi in cui si celebravano i misteri d' Iside, i nove giorni preparatorj a quella arcana iniziazione,§ le nove linee paralelle della sacra lingua de' geroglifici, ecc. Quindi ancora que' sì frequenti

* Ragon, op. cit pp. 82, 118, 224, 236.

+ Vedi nel Light on Masonry (p. 196), il grado che s'intitola "Elected Knights of Nine."

Vedi il Diz. Enciclop. di Alberti, alla parola CAFFO.

"Les Egyptiens célébraient les petits et les grands mystères pendant neuf jours, à la pleine lune de leur septième mois"... "A neuf jours de préparation étaient soumis les initiés." (Ragon, op. cit. pp. 82, 260.)

"Osservo in tutte le guglie egiziane, che abbiamo in Roma, la disposi

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nove che caratterizzano tutte le finzioni dell' enigma dantesco, e che gli annotatori non mancarono di rilevare: ecco che ne dicono i due più recenti : Avrà il lettore osservato come spesso, nel procedimento del libro, vada Dante notando il nove, qual numero fatale de' suoi amori con Beatrice." (Fraticelli.)

66 Dante si studia di notare la molta parte che il numero nove rappresenta nelle cose narrate in questo libro: esso in fatti può dirsi un centro intorno a cui ruotano gli avvenimenti a mano a mano descritti. L'autore medesimo fa simile avvertenza, tanto pare interessargli che si presti attenzione a questa, direbbesi quasi, misteriosa particolarità! Età di nove anni de' due fanciulli— apparizione di Beatrice a Dante, dopo nove anni e nove giorni, da che si erano veduti la prima volta-saluto di lei sull'ora nona mattutina-maravigliosa visione di lui nell'ora prima delle nove ultime di notte-il nome di Beatrice non vuole starsene in altro numero fuori del nove, fra le sessanta più belle della città— altra visione di Dante alle ore nove del giorno-sua malattia di nove dì, e vaneggiamento seguito da altra visione nel nono giorno -numero nove da lui avvertitamente rammentato siccome amico di Beatrice-morte di lei avvenuta nel nono giorno del nono mese della decima nona del secolo-congiunzione de' nove cieli, propizia al di lei nascimento-tre, radice del nove, poichè moltiplicato per se produce nove-tre, fattore del nove, numero di miracolosa perfezione-finalmente, per altra visione in sull'ora di nona gli apparisce Beatrice in vestimenta sanguigne e nell'età di nove anni, come prima la vide. E qui crederei far opera utile, ricordando i nove cerchi dell' Inferno del suo poema, i nove scaglioni del Purgatorio, per cui ha immaginato di salire ai nove cieli, nell' ultimo de' quali è collocato il Paradiso, o sia la suprema beatitudine, costituita dalla visione di Dio, ch'è nel centro di nove cori d'angeli.” (Torri.) Questa relazione novenaria fra la Vita Nuova e la Divina Commedia dà proprio agli occhi

zione di nove linee paralelle, verso la sommità, le quali sono perpendicolari, ed occupano tutta l'estensione per lungo la colonna de' simboli, a cui restano sovrapposte delle nove linee perpendicolari il numero è sempre lo stesso." (Bianchini, Ist. Univ. provata con Monum., p. 106.)

1292.

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di chiunque non è cieco di mente, quantunque non ne scorga la
segreta cagione. E tanto concerto di cose, regolate dal numero
nove, fu da quasi tutti creduto, ed è tuttora chiamato :
"Un'
ingenua storia de' giovanili amori di Dante Alighieri con Beatrice
Portinari" (Fraticelli): pare impossibile, e pure è un fatto!
Questo nove pittagorico è probabilmente quello di cui Cicerone
dicea: Est numero Platonis obscurius;" al che Erasmo annotò:
"Plato numeris pythagoricis obscurat suam philosophiam, ac
veluti nebulas quasdam affundit; nam Pythagoras omnem fere
philosophiæ rationem ad numeros traxit." E poichè Dante ci
assicura che la sua Beatrice è quella donna della mente, o “donna
dell'intelletto, a cui Pittagora pose nome Filosofia," noi possiam
facilmente comprendere per qual ragione col pittagorico nove
l'abbia oscurata di nebbie sì folte. E poichè egli c'informa che
'Pittagora poneva i principj delle cose naturali lo pari e lo
dispari, considerando tutte le cose esser numero” (Convito), consi-
deriamo perchè questa cosa ch' ei chiamò Beatrice è il numero
NOVE: giacchè egli afferma che " questa donna fu accompagnata
dal numero del NOVE, a dare ad intendere ch'ella era un NOVE.'
(Vita Nuova.)

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Ecco che si trova scritto ne' catechismi di quell'ordine segreto che vanta aver ereditato le dottrine di Pittagora ;* e voglio trarlo da' rituali di tre diverse lingue, per farne vedere la corrispondenza :

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Chi siete voi? Io sono 3 volte 3, il perfetto numero.” Ed altrove : 66 Che cosa vien indicato da questi nove colpi? L'età del maestro perfetto."†

* Catechismo del primo grado, giusta il rituale massonico del Dottor Hemming, adottato dalla Gran Loggia della Gran Bretagna: "What is Freemasonry? A peculiar system of morality, veiled in allegory and illustrated by symbols. The usages of the Masons have ever corresponded with those of the ancient Egyptians, whose philosophers, unwilling to expose their mysteries to the vulgar eye, concealed their particular tenets and principles under hieroglyphical figures, and expressed their notions of government by signs and symbols. Pythagoras seems to have established his system on a similar plan."

* What are you? I am 3 times 3, the perfect number.-What is signified by those 9 knocks? The age of the perfect master. (Light on Masonry, pp. 206, 209.)

"Quel âge avez-vous? Neuf ans, Très-respectable.-Que signifie le nombre neuf ? L'age parfait d'un Maçon.-Où avezvous été reçu maître ? Dans une loge parfaite.-Qui sout ceux qui composent une telle loge? Neuf, designés par les neuf lumières." *

"Tre membri compongono una loggia, cinque la fanno giusta, sette giustissima, e nove la rendon perfetta." +

Dalle allegate citazioni si ritrae che negli attuali misteri, discesi dagli antichi, il nove è parimente denominato il numero perfetto, talchè l'età simbolica del neofito perfetto è appunto di nove anni. In fatti nel terzo grado, che risponde al terzo cielo (nel qual grado si fa la mistica funzione di morire come uomo vecchio e rinascere come uomo nuovo‡), il neo-fito o nuovo-nato dice (come già udimmo) di essere nel suo anno nono, e si concepisce che come uomo vecchio è alla fine del detto anno simbolico, e come uomo nuovo è al principio dell'anno stesso, poichè finisce in lui la vita vecchia e principia la vita nuova.

Nella funzione emblematica ch'ei fa in quel TEMPIO DELLA LUCE, ch'è coperto del CIELO DELLA LUCE, con sole, luna, stelle, ei beve il così detto calice della obblivione, dopo di che segue questo dialogo nel catechismo rituale: "Qual atto foste indotto a fare primieramente? Bere il calice della obblivione. - Che volle ciò significare? La necessità di obbliare le profane affezioni della VITA PASSATA, per cominciare una VITA NUOVA.§ Poco o nulla quindi nell' uomo nuovo rimane di ciò che era nell'uomo vecchio, poichè si suppone già cancellato dalla sua memoria.

* Maçonnerie Adonhiramite, Part. II., pp. 44, 46, 85.

† Manuale del Rito Scozzese, Oriente di Nap. 5820," cioè 1820. "Etes-vous Maître? J'ai pleuré et ris.-De quoi? De ce que le Maître était mort, et qu'il est resuscité" (Les Franc-Maçons etc., Amsterdam, 1774.) Il Ragon rassomiglia il proselito del terzo grado alla Fenice, "qui meurt pour renaître de ses cendres." (Op. cit., p. 153.) E nello stesso ordine segreto vi è un grado che si denomina dalla Fenice, "le grade de Phénix." (Etoile Flamb., tome ii., p. 195.) Onde l'Ascolano rassomigliò la mistica donna alla Fenice: Or questa di Fenice tien somiglia [somiglianza], Sentendo della vita gravitate,

Morendo nasce, ascolta maraviglia! (Acerba.)

§ Manuale del Rito Scozzese, Napoli 1820.

Apriamo ora il libro della VITA NUOVA, e udiamo che dice Dante: ecco com'ei comincia :

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"In quella parte del libro della mia memoria, dinanzi alla quale poco si potrebbe leggere, si trova una rubrica la quale dice: "INCIPIT VITA NOVA sotto la quale rubrica io trovo scritte le parole le quali è mio intendimento di assemprare in questo "libello,* e se non tutte, almeno la loro sentenza.†

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"Nove fiate già appresso al mio nascimento [in vita nuova]‡ era già tornato lo CIELO DELLA LUCE quasi ad un medesimo "punto, quanto alla sua propria girazione, quando alli miei occhi "apparve prima la gloriosa donna della mia mente, § la quale fu chiamata da molti Beatrice, li quali non sapeano che si chiamare. "Ella era già in questa vita [nuova] stata tanto, che, nel suo tempo, LO CIELO STELLATO era mosso verso la parte d'oriente "delle dodici parti l'una del GRADO ; || sì che quasi DAL PRINCIPIO “del suo anno nono apparve a me, ed io la vidi quasi alla fine "del mio anno nono." Ecco la FINE del profano, e 'l PRINCIPIO del neofito, ambi nel nono anno, ecco il finir della VITA VECCHIA e 'l principiar della VITA NUOVA. Non mi arresto a dimostrare che, per indispensabile regola dell'arte, ciò doveva appunto accadere sotto la prima costellazion dello zodiaco, il quale (come ognun sa) è diviso in dodici parti, cioè sotto il segno dell'Ariete, allora che "lo cielo stellato era mosso verso la parte dell'oriente delle

* Assemprare ed assemplare, come anche esemprare ed esemplare (da assempro o esemplo) valgono tutti ad exemplar effigere (Crusca). Ei dunque non narra fatti accaduti, ma esemplifica le parole o parabole che sono sotto quella rubrica che vale Iniziazione: insomma presenta concetti esemplificati e non azioni avvenuté, allegorie e non realità. Nè tutte espone le sue dottrine filosofiche, ma ne offre la sentenza complessa. "Dante nelle Vita Nuova le cose scientifiche lasciò vedere e non più" (Pederzini), e vedere non per chiare sposizioni ma per esempj enigmatici, linguaggio convenzionale di vetusta scuola.

+ Dante ci ha già indicato che per sentenza intende il senso occulto.

‡ Aggiungo vita nuova, perchè ha dichiarato che le parole che sta assemprando sono sotto quella rubrica.

"Dico che questa donna è quella donna dello intelletto che filosofia si chiama... Di questa donna è impossibile innamorare quelli ch' hanno chiusi gli occhi della mente" (Convito): ecco quali sono i suoi occhi, di cui qui parla.

"Dico che 'l cielo stellato si può comparare alla fisica per tre proprietà, e alla metafisica per tre altre... Fine della circulazione di questo cielo è redire ad un medesimo punto" (Convito); e qui sopra ha detto che quel cielo era tornato quasi ad un medesimo punto, quand'ei vide madonna la Filosofia.

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