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parla anche del futuro. Nondimeno, perchè non si creda che il governo si dichiari cattolico costituzionalmente, (ciò che si fa intendere non volersi fare), si è aggiunto nell' ultimo articolo, un periodo, che indica, che in caso che il Primo Console non fosse cattolico, si farà allora sù tali cose un reciproco accomodamento.

Quanto al richiamarsi il concordato di Leone X, intorno all'istituzione da darsi da Sua Santità ai vescovi nominati, la sola ragione è stata per garantire Sua Santità dal non dovere ammettere la nomina in caso che si nominasse un indegno, ma in tal caso possa farla cambiare, come dice il concordato suddetto, e come si fa con tutti i Principi cattolici che hanno il diritto delle nomine. Le espressioni« dans les formes usitées »> non sono sufficienti, potendo riferirsi alle formalità del concistoro, della spedizione delle bolle, e cose simili. Senza queste due avvertenze, l'articolo sarebbe alterato nella sostanza da quello del S. Padre; onde il sottoscritto non avrebbe la facoltà di ammetterlo.

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Art. 5. Per le stesse ragioni, si è qui fatta una piccolissima aggiunta intorno all' istituzione dei nuovi vescovi in futuro. Art. 6. La variazione della formola del giuramento altera assolutamente la sostanza di quella del S. Padre; onde non è in facoltà dello scrivente di ammetterla. Le ragioni di Sua Santità si trovano esposte nel già detto foglio intitolato « Ragioni. » Si è dunque piuttosto adottata dal sottoscritto la formola coll'aggiunta « et aux autorités constituées. » Non può dubitarsi di trovare difficoltà, subito che fu già proposta a mgor arcivescovo di Corinto dallo stesso Primo Console, e recentemente anche nella sua ultima nota dal sig. abbate Bernier per parte del governo a mgor arcivescovo di Corinto, poco prima dell'arrivo a Parigi del sottoscritto.

Art. 9. Le ragioni della piccola variazione, non sostanziale, di questo articolo si trovano già esposte da Sua Santità nel foglio intitolato Ragioni. »

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Art. 10. Lo stesso dicasi di questo articolo. La prima variazione, cioè di dovere i vescovi nominare alle cure parrochi, « dotati delle qualità ricercate dalle leggi della Chiesa, » è indi

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Voir l'art. 1 du tit. III, dans le projet VI (t. III, p. 60).

spensabile nella bocca del Papa, acciò non paia che parla sola qualità di non essere nella diffidenza del governo si occupi che di questo solo requisito. — Quanto poi all variazione, cioè al sostituire le parole « qui n'auront rité la confiance du gouvernement »; nel tempo stesso esse indispensabili, acciò con le altre parole « les no seront soumises à l'approbation du gouvernement » n tradica alla disciplina costante della Chiesa, assicura mente il governo, come dimostrò il S. Padre nel foglio << Ragioni.

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Art. 11. - Si è aggiunto l'articolo dei seminari e toli, per le ragioni addotte dal S. Padre nel foglio « Ragioni », e perchè fu già ammesso dal governo : deve trovarsi difficoltà.

Art. 13. Questo articolo è pure cambiato nella onde l'ammetterlo, come si propone oggi, non entrer facoltà del sottoscritto.

Il S. Padre, facendo un sì gran sacrificio di tutti clero, non può fare a meno di dire che lo fa per un ragione che lo giustifichi, cioè il non ritardare il rista della religione. Essendo il Papa solo che parla in questo non deve trovare difficoltà il governo, tanto più quand il suo pieno intento. Il S. Padre avrebbe certamente vo care una differenza fra i cattolici i non cattolici, c espressioni che nelle concessioni. Nondimeno, per no la pace della Francia e per il gran bene di ristabilire la passa sopra a grandi riguardi. Le leggi della Chiesa g di ammettere certe frasi; ma giacchè il governo no pienamente pago della promessa, in suo nome e dei su di « non inquietare » alcuno, non si farà dificoltà di ag con una più aperta dichiarazione, che « in conseguenz le proprietà, e i diritti sù i detti beni, resteranno in nelle mani dei possessori.

Art. 15. Questo articolo nel nuovo progetto è alter sostanza; onde non sarebbe nelle facoltà del sottoscritto metterlo tale quale. Non può obbligarsi il S. Padre a lin stesso le fondazioni dei cattolici « en rentes sur l'État offenderebbe la massima che la Chiesa può possedere b II S. Padre può però dispensare dai privilegi dell' i

ecclesiastica, e dichiarare le fondazioni « assujetties aux charges de l'État »; e il sottoscritto torna per onestà a rimettere questo articolo, come lo richiese il governo francese, senza profittare della combinazione, che nel nuovo progetto questa circostanza è omessa, forse per dimenticanza.

L'articolo che riguarda l'ammettere alla comunione dei laici gli ecclesiastici ammogliati, o che in altro modo hanno rinunciato al loro stato, non si pensa dal S. Padre di doversi mettere nel concordato, perchè la natura del concordato porta in sostanza un contratto, o sia un patto fra i due che lo celebrano. Ora, in un affare che risguarda puramente la coscienza, il S. Padre non può procedere per via di concordato e di patto. Inoltre, per essere ammesso alla comunione dei laici, oltre l'essere sempre necessarie, secondo le regole inalterabili della Chiesa, alcune condizioni, e atto preventivo, Sua Santità riflette, che hanno per tale oggetto i vescovi stessi le necessarie facoltà; onde non vuole turbarne loro l'esercizio; e così di fatto ha proceduto, rimettendo sempre ai vescovi simili affari.

Art. 16. Una difficoltà altera qui la sostanza del progetto di Sua Santità. Quando nel primo articolo di detto progetto, vi era che il governo francese professava la religione cattolica, si potevano accordare al governo i diritti e privilegi, dei quali qui si parla, senza la specifica parola di « catholique »; poichè s'intendeva bene, che si parlava di un governo dichiarato cattolico fin dal primo articolo. Ora però che ciò è tolto, per necessità si deve qui mettere, in luogo del governo, le parole « le Premier Consul catholique », come nell' articolo delle nomine dei vescovi. Questi diritti e privilegi, che sono niente meno che l'esclusiva nei conclavi, la nomina al cardinalato ecc., è notissimo che competono ai soli governi costituzionalmente cattolici, e che non ne sono suscettibili i governi, benchè potentissimi, che non sono costituzionalmente tali. Acciocchè però appunto non si creda, che si pretenda di dichiarare dover essere il governo costituzionalmente cattolico, si è qui espresso il caso, che il Primo Console non lo fosse nella quale circostanza si dice, che si prenderanno altre misure fra la S. Sede e la Francia.

Queste sono le modificazioni, con le quali il sottoscritto crede di poter convenire nel progetto presentatogli, salva sempre la sua sottomissione al giudizio supremo di Sua Santità, a tenore

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del suo breve, e sotto la sicurezza da darglisi dal gove pubblicare la convenzione; ciò che sarà fatto solle proponendosi il sottoscritto, per il vivo desiderio che ha pienamente ultimato l'affare come brama il governo, egli stesso in Roma con la maggiore speditezza. Egli che la saviezza e la discrezione del governo francese, carico della di lui posizione e della legge che lo astrin stando la ragionevolezza delle riflessioni prodotte, sia noscere in lui una vera brama di terminare nel miglior ha potuto un affare, che ha un sì importante oggett quello del ristabilimento della cattolica religione in Fr il quale avvenimento non meno da Sua Santità che scritto non si cessa di innalzare al Cielo i più fervidi v (Arch. du Vatican; Esame, P. III, no V.)

(T. III,

p. 150.)

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Paris, le 12 messidor an IX (1er juill

J'ai communiqué au Premier Consul, par l'organe d des relations extérieures, votre note explicative et le convention qui y était joint. Le ministre a répond à l'autre, avant son départ. Il me charge de dire à V. n'a entrevu, dans cette note et les observations qui la qu'une marche rétrograde par rapport aux négociat entamées.

Le gouvernement, assuré des bonnes intentions de teté, a de la peine à se persuader qu'elle veuille tenir a ment à quelques expressions, quand la substance est

:

Il ne voit rien dans ce projet qui blesse les lois ou de l'Église il lui parait conforme, en tout, à ce que lo tances exigent pour ménager tout à la fois et l'Égl clame, et les esprits qu'il faut calmer.

Le gouvernement a fait d'ailleurs des concessions m

La remise de cette note, suspendue par une audience donnée par le P. Consul, n'a été faite que le matin du 3 juillet (t. III p. 154, 157, 160).

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et des changements exigés. Il s'est rapproché autant qu'il a pu des intentions du Pape, et n'a rejeté de ses expressions que celles qui peuvent offusquer dans le moment actuel.

Fort de cette conviction et appuyé de ces faits, il déclare qu'il persévère dans le projet que déjà je vous ai présenté le 7 du courant (26 juin)'. Il vous l'offre comme la dernière expression de ses volontés ; il m'enjoint de terminer de suite une négociation déjà trop longue.

Hatez-vous donc, Éminence, de combler nos vœux par votre acceptation, et ne souffrez pas que, par une mésintelligence qu'occasionnent des mots, le salut de la religion en France et dans une foule d'autres pays, périclite. La postérité ferait un éternel reproche à ceux qui, pour des querelles de formes, auraient compromis des intérêts aussi précieux. La France attend autre chose de vous, et se persuade qu'en déférant aux désirs du gouvernement vous sauverez les églises de Rome, de France et d'Italie, des dangers qui les menacent. — C'est dans cet espoir, que je me plais à renouveller à V. Em. l'hommage de mon profond respect.

(Arch. du Vatican; Esame, P. IV, no 1 )

620 bis Deuxième contre-projet de Consalvi.

(T. III, p. 161.)

[Paris, 3 juillet 1801.]* Convention entre S. S., le pape Pie VII, et le gouvernement français.

Le gouvernement de la République française reconnaît que la religion catholique, apostolique et romaine est la religion de la grande majorité des citoyens français.

Sa Sainteté reconnaît également que c'est de l'établissement du culte catholique en France, et de la profession particulière

Le projet VII (pièce n° 610).

Notre intitulé Deuxième contre-projet de Consalvi» n'est pas rigoureusement exact, car Consalvi a pris soin de faire présenter cette pièce au P. Consul, par Bernier, comme une œuvre commune; il l'appelle : « la redazione nuovamente fatta d'accordo con noi » (t. III, p. 158). — Ce deuxième contreprojet, dont les lignes ont été arrêtées le 3 juillet, dans une conférence avec Bernier, n'a été remis que le 4, parce qu'il fallait à Consalvi le temps de rédiger une note à l'appui.

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