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mente l'agricoltura. Si calcola che le importazioni dall'Inghilterra ad Hobart-Town ammontino già a milioni di franchi 7 172. Si estrae in ricambio lana, olio di pesce e legname di cedro per costruzioni navali. Ad Hobart-Town e Launceston si pubblicano gazzette. Le pubbliche rendite del. l'isola nel primo trimestre 1832 giunsero a franchi 471,100. Si sta edificando su un colle una bella chiesa che si crede costerà da 3 a 4 cento mila franchi. Nelle strade si è già introdotta l'illuminazione notturna. I terreni cominciano a prender qualche valore. Quattromila acri che il governo fece vendere di recente, salirono a un prezzo medio di 18 scellini per acre; e alcuni oltrepassarono una lira sterlina ( 25 franchi ).

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Gli Aborigeni di Van-Diemen si distinguono a prima giunta per la estrema timidità, la loro diffidenza e il loro spirito accorto. Dopo il 1805, epoca della fondazione della Colonia inglese, i trattamenti inumani che essi hanno sofferto, sia dalla parte dei coltivatori, sia da quella dei deportati, gli hanno resi crudeli e vendicativi. La loro lingua e poco conosciuta; si è per altro notato ch'essi fanno sentire la lettera R con un' enfasi estrema, in ispecie allorchè sono animati da una qualche passione. In tali circostanze essi pronunciano assai frequentemente la parola onerr, onerr e con veemenza eccessiva. Essi si nudriscono abitualmente con la carne dei kanguroos, degli opossums e d'altri animali, che fanno bollire, od in fretta arrostire sopra il carbone, divorandola poscia con avidità. Si vedono parimente a mangiare una radice, che trovano nella terra, la quale ha molta analogia, pel sapore, all' igname. Essi non accendono mai grandi fuochi, per timore d' essere scoperti nei loro ritiri; scelgono al incontro i recessi più occulti, nei quali però siano a loro portata i mezzi d'esistenza. Abilissimi nell'arte di maneggiare la lancia, colpiscono facilmente, gettandola anche a un punto molto distante. Si dice che siano affezionati ai loro figliuoli, e che trattino le loro donne con dolcezza, tuttochè incaricate (come presso tutti indistintamente i popoli selvaggi) delle faccende domestiche più operose. Per quanto si può giudicare del loro numero, sembra che non oltrepassino alcune migliaia in tutta l'isola; il numero prevalente è quello dei maschi. Si dice che questa anomalia abbia per causa l'abbandono nel quale alcune madri lasciano perire le proprie figlie, siccome non reputate degne delle materne sollecitudini. Checchè ne sia, ci hanno sei volte almeno più maschi che femmine; ed alcuni portano siffatto calcolo ancora più alto. Si vedono del continuo impegnati, di tribù in tribù, in querele, le quali hanno spesse volte un esito funesto. Alcune di queste tribù sono infinitamente più selvagge e più crudeli delle altre, e spiegano maggior desterità nell'arte della guerra, maggior accortezza e mala fede nei trattati. Misure di rigore soltanto, e una vigilanza continua da parte degli Europei ponno tenerli in freno.

I.

Bollettino d'Invenzioni e Scoperte

Nuova torre della Cattedrale di Rouen, costrulla in ferro fuso.

Si sta ora costruendo la torre della Cattedrale di Rouen. Essa è tutta intera di ferro fuso e formerà, ultimata che sia, una piramide ottagona di 256 piedi d' altezza. Circa 40 piedi ne sono già posati e questi non sono che il basamento. Tutta la costruzione sarà a lavori a traforo, e verrà divisa in sette piani. Nel centro vi sarà una scala a chiocciola che alla cima terminerà con una elegante lanterna. Tutti i pezzi che formano la torre sono stati assoggettati alle prove più forti, Lo stesso si è fatto colle chiavi e catene che debbono congiungerli e che si sono provati con una tensione decupla di quella che debbono sostenere. Tutta la piramide sarà alta 24 piedi dippiù di quella che adornava prima la Cattedrale, e si innalzerà dal suolo da 10 a 15 piedi dippiù di quella di Strasburgo. Ad onta di tutto ciò ella sarà molto più leggera che non lo sarebbe fabbricata di pietra. Se ne calcola il peso a circa cinquecento mila chilogrammi e la spesa non importerà più di cinquecento mila franchi.

Dal Repertorio Tecnologico di Torino.

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Queste lavagne, che ci vengono da Germania, dove sembra che si fabbrichino esclusivamente, sotto il nome improprio di ardesie elastiche, sono leggieri, niente affatto fragili, e così comode per iscrivere colla saponaccia, che fa sorpresa, dice il sig. Braconnot, ch' esse non siano più diffuse in commercio. La loro composizione è tuttavia un segreto posseduto da pochi; ma il sig. Braconnot, che le ha chimicamente analizzate, propone il seguente mezzo per imitarle :

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Si rimestino ben bene queste sostanze finchè ne risulti una pasta quasi polverulenta, che si stempera in una quantità sufficiente di essenza di tre mentina, ponendo mente di tramestare di continuo il mescuglio, affine di poterlo stendere uniformemente con un pennello sopra un cartone sottile ed ugualissimo; quando questa 1.a mano è seccata, se ne applica una 2. ed anche una 3. Se quest'ultima presenta delle ineguaglianze, si fanno scomparire e si rammorbidisce la superficie passandovi sopra il pennello intinto del suddetto mescuglio, ma più allungato di essenza.

Siccome non è tanto facile il ridurre la sabbia quarzosa o silicea in polvere impalpabile, e d'altronde bisogna lavarla più volte per decantazione onde ottenerla di una grande finezza, si potrà sostituirvi qualche altra polvere arida, facile a procurarsi, qual sarebbe la polvere di vetro, o forse meglio ancora, quella di tripoli ben fina e dilavata. Potrebbe ar guirsi, che questa sostanza, quasi interamente formata di silice e di po chissima allumina, sia diffatto la base dell'intonacatura o patina di siffatte lavagne; e ciò che rende ragionevole il sospetto si è che il sig. Braconnot ha separato da questa patina una quantità di allumina più grande di quella che contiene la sabbia quarzosa.

Si potrebbe anco rimpiazzare questa sabbia quarzosa con della fina polvere di mattone ben cotto; ma badisi che queste polveri (di tripoli e di mattone) essendo più assorbenti del quarzo, esigono quasi al doppio della quantità d'olio prescritta, e una più lunga esposizione all'aria e al sole per ottenere perfetto riseccamento.

Il sig. Braconnot fa osservare che nell' intonacatura di Germania ha scoperto una quantità di materia gommosa analoga all' amido torrefatto, maggiore di quella che può supporsi esistente nei pezzi di cartone ; non sarebbe dunque improbabile che la 1.a mano sia data con una soluzione acquosa di questa materia gommosa, alla quale sia mescolata la polvere silicea e il nero di fumo.

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III. Nuovo apparecchio elettro-magnetico.

Il sig. Pixi figlio riducendo ad esecuzione i pensieri del sig. Pouillet ha inventato un apparecchio per mezzo del quale si ottengono scintille da una calamita con più di facilità che non con quello immaginato da Fara day e del quale Ampére ha reso conto, or sono pochi mesi, all'Accademia delle scienze di Parigi.

Il nuovo apparecchio è composto di una calamita a ferro da cavallo situata verticalmente colla curva allo ingiù, e mobile d' un celere movi

mento rotatorio intorno di un asse parimenti verticale. Al disopra delle due estremità della calamita è situato un pezzo di ferro dolce ridotto alla forma medesima della calamita, e le cui estremità, allorachè i due ferri da cavallo si trovano nello stesso piano, rimangono distanti da quelle della calamita non più d'un quarto di linca. All' ingiro del ferro dolce è ravvolto un filo di ferro, le estremità del quale si dirigono verso di un vaso ripieno di mercurio. Uno de' capi del filo si fa immergere nel mercurio, e l'altro si ritiene alla minima distanza dalla superficie del medesimo, ma in modo che non la tocchi.

Disposto così l'apparecchio, se si mette in movimento la calamita, ogni volta che li due ferri da cavallo si trovano al medesimo piano e che di conseguenza le loro estremità sono al punto di maggiore ravvicinamento, vedesi una scintilla la quale si porta dall' uno all'altro capo del filo conduttore. A movimento assai rapido si produce una specie di getto continuo.

Ad ottenere scintille dall' apparecchio sovra descritto basta che la calamita sia capace di sostenere un peso di sette libbre di Francia, mentre cogli altri apparecchi prima immaginati non si ottiene verun effetto se non se con calamite d'assai maggior forza.

L'Accademia delle Scienze di Parigi ha onorato l'autore di questa scoperta colla aggiudicazione di una medaglia d'oro del valore di 300 franchi.

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Fiori della birra, del vino ed altre sostanze.

Gaillon aveva già istituite numerose osservazioni ed imprese varie sperienze sopra di tali pellicelle dette volgarmente fiori, e scientificamente Micodermi, che i botanici hanno fin qui riguardate quali produzioni vegetabili appartenenti alle crittogame. L'opinione di Gaillon era invece che le medesime altro non fossero se non se un aggregato di una quantità indefinita di corpetti a certa epoca suscettivi di locomozione e quindi animali. Tale opinione ottenne recente conferma per opera del sig. Desmazieres di Lilla, il quale ha veduti essi corpetti crescere per allungamento ed aggregarsi colle estremità linearmente ed a foggia di fi lamenti. Non potendo più dubitare che simili corpetti godano di una vita animale, egli trova di doverli considerare interamente analoghi ai monadari che costituiscono i Nemazoari.

Anche il sig. Chauvin di Caen, già partitante della natura vegetabile delle conferve ha or ora riconosciuto che la Conferva Sonata è dotata di

vita animale; scoperta che pubblicò col maggiore entusiasmo. Esso vide la materia verde che spalma la tubulosità interna di que' filamenti, che i botanici hanno qualificata ora di parenchima ora di semi, agglomerarsi in piccole masse sferoidali, il cui rapido ingrossamento cangia le apparenze esteriori de' tubi per emergenti alterne gibbosità. Esso vide inol tre que' corpi polviscolari componenti le indicate sferoidi farsi granulosi, distenderne sommamente il tubo, sfuggirsene attraverso le pareti del medesimo, e produrre a poca distanza il loro filamento; quindi spargersi sul campo del microscopio, percorrerlo con una vivezza di locomozione difficile ad immaginarsi, e moltiplicarsi di subito con ammirevole fe

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Molte difficoltà si incontrano talvolta a procurare ai malati fiaccati da diuturni patimenti una giacitura dolce, elastica e propria a conciliare sollievo e riposo. I letti elastici ed i materassi ad aria soddisfano imperfettamente allo scopo cui vengono proposti. Il dottor Arnott invento non è guari un nuovo letto che, per quanto dicesi, riunisce tutte le condizioni desiderabili. Consiste esso in una cassa rettangolare di legno lunga e larga quanto un letto ordinario e della altezza di un piede, interna. mente coperta di metallo affinchè possa contenere esattamente l'acqua. Riempiesi questa con acqua fino alla metà di sua altezza, e sul liquido si stende un pezzo di stoffa resa impermeabile a mezzo della gomma elastica, largo quanto è necessario per coprire l'interno della cassa se fusse vuota. I bordi della stoffa debbono intridersi a caldo colla vernice istessa di gomma elastica, ed assicurarsi alle sponde della cassa in modo che l'u nione riesca impenetrabile a qualsivoglia grado di filtrazione capillare. Al disopra di tale stoffa fluttuante si pone un materasso assai morbido, e su di esso le lenzuola ed i guanciali al modo ordinario. Questo letto costruito dietro le note leggi dell'idrostatica diversa poco nella forma da quelli generalmente in uso ed è straordinariamente soffice. Col variare del peso specifico del materasso può farsi che l' ammalato si approfondi di più ed ottenga grado maggiore di stabilità; e frapponendo al materasso ed alla cassa delle assicelle oppure delle coperte ripiegate, si ottiene di presentare al paziente que' modi di giacitura necessari al bisogno ed opportuni alla di lui comodità. Tale sorta di letto riesce assai caldo e niente umido: siccome però non lascia che la traspirazione di chi vi giace si disperda con facilità, deesi aver cura possibilmente di esporne all'aria libera ed anche di cangiarne con frequenza il materasso.

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