Page images
PDF
EPUB

J'attends, dans deux ou trois jours, une réponse d'Otto1.

Il parait que les affaires vont et que nous nous arrangerons avec le cardinal. Il a fallu leur passer quelques mots. On m'a remis un second vésicatoire au bras, ce qui m'a empêché de donner audience le 17 (6 juillet). L'état de malade est un moment opportun pour s'arranger avec les prêtres 2.

Nouvelles d'Egypte mélancoliques: l'on tiendra huit ou dix mois à Alexandrie.

Je vous salue et vous attends dans douze jours. (Corr. de Nap., no 5629).

629.

Cobenzl à Colloredo.

Paris, 8 juillet 1801.

.. La dernière fois que je me suis rendu à la Malmaison, j'ai trouvé le Premier Consul au lit, de manière que je n'ai pu le voir. Une maladie cutanée, qu'il avait eue pendant le siège de Toulon et qu'alors on avait fait rentrer inconsidérément, menaçait de vouloir lui attaquer la poitrine. Les médecins ayant employé les vésicatoires et d'autres moyens pour faire sortir cette humeur, il s'est trouvé sur le champ soulagé, et on a été délivré de toute inquiétude sur son sort. Cette ébullition très forte ne l'a obligé de garder le lit que deux jours. Il a toujours continué son travail; mais comme on lui défendait de sortir, la parade du 4 juillet... n'a pas eu lieu, ainsi que l'audience diplomatique du 6...

Le cardinal Consalvi en est déjà à un quatrième projet de bulle

1 Une note de Lord Hawkesbury, du 25 juin, avait fait connaitre des conditions de paix, dont plusieurs semblaient inacceptables. Avant de se prononcer à cet égard, le P. Consul attendait de M. Otto de nouveaux éclaircissements. La dépêche de M. Otto, du 7 juillet, laissant peu d'espoir d'obtenir mieux, allait provoquer le 10 juillet une réponse officielle au cabinet anglais, où le P. Consul se plaignait de la marche rétrograde de la négociation.

2 En réponse, Talleyrand a écrit deux lettres, datées de Bourbon le 20 messidor (9 juillet). (Lettres de Talleyrand, pièces nos VII et VIII). Dans l'une, il parle des affaires d'Espagne; dans l'autre, de la santé du P. Consul. Y avait-il, sur le concordat, une troisième lettre qui aurait été supprimée en 1814, lors du triage fait par Talleyrand dans sa correspondance avec Napoléon? Le fait au premier abord parait vraisemblable, mais après examen il devient très douteux.

3 En réalité, Consalvi, depuis son arrivée à Paris, avait reçu du gouvernement français le projet VII, et il y avait opposé deux rédactions successives d'un contre-projet. Le renseignement donné par M. de Cobenzl manque donc de précision.

présenté par lui au ministère d'ici, dans lequel il cherche à s'approcher des exigences de la France, autant qu'il le peut sans aller contre ses instructions. On ne dispute à la vérité que sur les mots, et on est assez d'accord sur le fond. Mais les mots font beaucoup en affaires de cette nature. Suivant l'usage, on presse tellement les réponses, qu'on ne veut jamais laisser le temps au cardinal de demander de nouveaux ordres du Saint-Père.

En même temps, le trop fameux évêque constitutionnel Grégoire a assemblé dans l'ancienne église de Saint-Sulpice tout le clergé constitutionnel, avec lequel il forme un soi-disant concile. Il en a fait l'ouverture par un discours de la plus grande véhémence contre le Pape, et l'objet de son assemblée est de faire un schisme et de soustraire entièrement l'église gallicane à l'autorité du Saint-Siège. La conduite de Grégoire étant ainsi au moins tolérée par le gouvernement, il est évident qu'on veut d'une part en faire épouvantail, pour rendre le cardinal d'autant plus liant pour ce qui se traite avec lui, et de l'autre préparer les voies aux mesures à prendre pour le cas où l'on ne pourrait s'accorder avec le Saint-Siège. On n'a pas imprimé le discours de Grégoire, mais il vient de paraître une réfutation des principes affichés par lui', que je crois devoir envoyer ci-joint à V. E.

(Arch. de Vienne).

630.- Consalvi à Doria.

(no 12)

Parigi, 8 luglio 1801.

Profitto di un corriere francese che va a Firenze nel momento,e gli do questa mia lettera no 12, avendo scritto a V. Em. una lettera per la posta di ieri l'altro no 11, benchè mi scordassi di mettervi il numero suddetto. Il corriere parte sul momento; onde in questa lettera sono costretto ad essere brevissimo.

Io mandai a V. Em. una mia lettera no 9, colla cifra no 10 e con sette numeri di sommario o sia di pezze corrispondenti alla

1 M. de Cobenzl désigne peut-être l'écrit anonyme de l'abbé Jalabert, intitulé « Du projet de charger les ecclésiastiques d'éclairer les fidèles, etc. » (Cf. Mém, de Grégoire,t. I, p. 432).

suddetta lettera no 9, per mezzo di un corriere che parti da qui il dì 2 luglio, e che impiegherà un poco più di tempo del solito per la strada, onde non deve essere in Roma che verso il dì 15. Mi riporto al detto piego per tutto quello che è qui accaduto fino al dì 2, e aggiungo qui ciò che è accaduto dopo.

Io ricevei la nota del sig. abbate Bernier, che unisco qui no 1, ch'egli mi diede dopo il congresso che ebbe con me, e Mgor Spina e il P. Caselli, del qual congresso diedi un cenno a V. Em. nel poscritto della mia lettera no 9 del piego dei 2 luglio sopraccennato; il qual congresso mi diede buone speranze di un felice esito. Questa nota, in cui il sig. abbate Bernier dice che ha ordine di nuovamente presentare il progetto da me rigettato e di presentarlo come ultimatum, conchiudendo essere ormai tempo di finire una sì lunga negoziazione, proverà a V. Em. quanto furono inutili i miei sforzi di combattere il detto progetto con la mia memoria, benchè fortissima, che nel piego de' 2 luglio troverà al no V1, è le dimostrerà ancora in quale aspetto qui si vedono le cose. Io credetti di non potermi assolutamente prestare ad ammettere detto progetto, da me già com. battuto con sì forti ragioni, delle quali però la nota del sig. abbate Bernier non si è data alcun carico, manifestando soltanto che il governo voleva così, e non altrimenti, e chiamando parole ed espressioni indifferenti le differenze sostanzialissime del progetto di Sua Santità da quello che mi si presentava. Consultando solamente il mio dovere, benchè l'angustia fosse infinita, io dedi una seconda negativa colla nota che annetto n° 2. Ma per dimostrare al governo il desiderio di Roma di accomodarsi, presentai una nuova redazione, che annetto n° 3', i di cui schiarimenti no 4 non sono finiti di copiare; onde V. Em. non li troverà qui, ma la prego di aspettare di vederli, alla prima occasione che mi capiterà, per giudicare dello sforzo da me fatto in tal nuova redazione. In parte vedrà V. Em. qualche cenno dei cambiamenti di detta ultima mia redazione, nella suddetta no 2,

1 L'annexe V appartient à la dépêche du 2 juillet (pièce no619), c'est pourquoi nous la désignons par un chiffre romain.

Les pièces formant les annexes 1, 2 et 3, étaient toutes du 3 juillet. Elles ne nous sont pas parvenues. L'annexe 4 est la pièce no 621. On verra par le P.S. que ces quatre annexes n'ont pu être jointes à la dépêche du 8 juillet elles se retrouvent, sous les mêmes numéros, dans la dépêche n° 13, du 16 juillet.

con cui l'accompagnai; ma avverto V. Em. che in essa nota non potei rimarcare, che quelle ragioni e schiarimenti che potevano allettare il governo, a cui la presentavo per fargli gustare quanto si era fatto per accostarsi alle sue viste. Gli altri schiarimenti e ragioni che riguardano la parte nostra, le vedrà negli schiarimenti al no 4, che presto le invierò.

Io avevo tutta la fiducia che questa nuova redazione n° 3 sarebbe stata ammessa a occhi chiusi, perchè era concertata col. sig. abbate Bernier medesimo, ed egli, avendola ammessa nel suo pieno, ci aveva fatto il suo rapporto favorevole al Primo Console. Ma ieri sera, con mia somma sorpresa e dolore, il sig. abbate Bernier mi disse, che nell'udienza di ieri il Primo Console ci aveva trovato ancora delle difficoltà, e quel che è peggio su i punti principali, cioè sulla professione del cattolicismo del governo, sulla pubblicità del culto, e sulla formola del giuramento. Egli oggi mi darà una nota su di questi oggetti, e si esige che io li ammetta nel modo che il governo li desidera. Attendo questa nota per fare la mia risposta ; ma lascio immaginare a V. Em. la mia pena, vedendo di non poter trovare il modo di contentare il governo, ed insieme non oltrepassare i miei poteri, che prescrivono di non alterare la sostanza del progetto di Roma. La qual cosa essendo di una difficoltà estrema, e quasi impossibile, attese le omissioni di varie cose essenziali, le inserzioni altre che sono giudicate da Nostro Signore contrarie alle regole della Chiesa, e finalmente attese le espressioni che Sua Santità crede di non poter ammettere, ne risulta il pericolo estremo di rompere affatto la negoziazione; ciò che io non vorrei, per il vivo desiderio di conciliare un affare si importante, e di evitare alla religione i mali estremi che la minacciano in caso di una rottura. Mai ho provato un'angustia simile, e me n'è Dio testimonio. Farò quel che potrò, raccomandandomi al Signore, ma non tradirò certo il mio dovere. Se vi sarà mezzo di combinare le cose, ci metteremo tutti i tre l'ingegno alla tortura, e lo faremo certamente. Dio sia quello che ce ne faciliti l'esecuzione; ma temo molto di non trovarla.

Questo è lo stato attuale dell' affare. Altro non posso aggiungere, temendo che il corriere francese parta, onde mi riserbo

ad altra occasione; e pregando V. Em. di mettermi ai piedi di Nostro Signore, con sommo ossequio le bacio umilissimamente le mani,

1

P.S.I tre numeri di sommario che ho citati in questa mia lettera, V. Em. non ce li troverà, perchè i copisti, che li vanno copiando, non sono ancora al fine; onde li manderò un' altra volta, perchè il corriere non vuole aspettar più.

[merged small][merged small][ocr errors]

Paris, 22 messidor an IX (11 juillet 1801).

Vous désiriez que, pour terminer une négociation déjà trop longue, le cardinal admit pour réserve, dans le premier article2,

Il y avait quatre pièces, au lieu de trois. (cf. p. 182 note 2).

2 La troisième et dernière version du contre-projet de Consalvi, refaite le 8 ou le 9 juillet d'accord avec Bernier, a eu le même sort que les deux versions précédentes, elle n'a pas été retrouvée. Nous avons essayé d'en recomposer le texte ; et cette restitution a paru offrir assez de probabilité pour pouvoir être soumise au lecteur, à qui elle facilitera l'intelligence de la discussion qui précède et de celle qui suit.

Contre-projet de Consalvi.

Le gouvernement de la République reconnait que la religion catholique, apostolique, romaine est la religion de la grande majorité des citoyens français. Sa Sainteté reconnait également que cette même religion a retiré et attend encore en ce moment le plus grand bien et le plus grand éclat, de l'établissement du culte catholique en France, et de la profession particulière qu'en fait le gouvernement en la personne des consuls auxquels il est confié.

En conséquence, et d'après cette reconnaissance mutuelle, tant pour le bien de la religion que pour le maintien de la paix intérieure, ils sont convenus de ce qui suit.

Art. 1.

TITRE PREMIER

La religion catholique, apostolique, romaine sera librement exercée en France. Le gouvernement lèvera tous les obstacles qui peuvent s'y opposer. Son culte sera public, en se conformant, vu les circonstances, aux règlements de police qui seront jugés nécessaires.

Art. 2.

Il sera fait par le Saint-Siège, de concert avec le gouvernement, une nouvelle circonscription des diocèses français.

-

Art. 3. Sa Sainteté déclarera aux titulaires des évêchés français qu'elle attend d'eux avec une ferme confiance, pour le bien de la paix et de l'unité, toute espèce de sacrifices, même celui de leurs sièges.

D'après cette exhortation, en cas de refus de ce sacrifice commandé par le bien de l'Eglise (refus néanmoins auquel Sa Sainteté ne s'attend pas), elle pourvoirą

« PreviousContinue »