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aver luogo, se non che cambiate le ratifiche, giacchè, e vi vuole il consenso dei vescovi legittimi, e quello dei vescovi esteri che hanno parte delle diocesi negli stati riuniti alla Francia.

Vuole Sua Santità ch'io assista il legato fino a che starà in Parigi. I soli desideri di Sua Santità sono per me leggi precise. Immagini l'Em. V. se son disposto a rispettarne i comandi così espressi. Deve però conoscere V. Em, da quanto è stato trasmesso a codesto ministro Cacault dopo la di lei partenza senza darmene comunicazione veruna, che io forse non godo più appresso questo governo di quella confidenza che ha mostrata in addietro di accordarmi, L' Emo Caprara, fornito come è di infinite cognizioni, potrà darmi delle lezioni che mi saranno utilissime, ed io volentieri lo servirò da suo aiutante di studio, che è il solo impiego che mi rimarrà, essendo egli in Parigi. Ma altronde mi pare che diventa affatto inutile la spesa che si continuerà a far per me, la quale non è tenue; ed io assolutamente non posso aver tanto amor proprio da credere di poter prestare un'utile assistenza all' Emo Caprara, che assolutamente accoppia in materie ecclesiastiche e in diplomatica infinite cognizioni. Tuttavia se Sua Santità vuole, cecamente ubbidisco; ed io, e il mio compagno che meco unisce i medesimi sentimenti, ci riputiamo sempre fortunati di poter dar prove del nostro attaccamento ed alla sua persona, ed alla Santa Sede.

Appena giunto il corriere, mi feci un dovere di parteciparne l'avviso a Giuseppe Bonaparte, rimettendogli la lettera di V. Em. ma egli parti nel momento per la campagna, di dove non sarà di ritorno che domenica prossima. Devo avvertire V. Em. di non aver ricevuta la corona, che mi avvisa di trasmettermi, per consegnarla a nome di Sua Santità alla consorte di Giuseppe. Questo è quel poco che posso per ora partecipare a V. Em., riserbandomi a farlo più diffusamente col ritorno del corriere dopo il cambio delle ratifiche, o con altra più pronta occasione; e umiliando i complimenti del R. Caselli, etc.

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sull' articolo primo della convenzione. Benchè esaminate tutte le circostanze, e ben ponderata la forza delle parole, fossi io disposto ancora a sottoscriverla, lo farei sempre egualmente colla medesima trepidazione. Ma queste circostanze istesse, che non sono in così breve tempo cambiate, mi hanno, benchè con mio dispiacere, obbligato a presentare la copia della ratifica pura e semplice di Sua Santità, in vece di quella che ne fonda la ragione sulla speranza di una maggior libertà di culto 1. Appena la lessi, conoscendo i principi coi quali si è agito e si agisce tuttora da questo governo, e che ormai da V. Em. si conoscono egualmente, pensai che non si sarebbe assolutamente accettata una ratifica, che parla di un principio semplicemente di esercizio di religione, ed alla quale è legata la speranza che « sublata injuria temporum » diventerà più libera e più generale, così che riguardare si potrebbe una ratifica condizionata. Non solo il riflesso che la ratifica di un trattato deve essere pura e semplice, in modo che quando una delle parti contraenti vuo' modificare qualche articolo, ciò si eseguisce sempre con un articolo addizionale, e non mai in corpo della ratifica, ero persuaso che le sole parole « sublata injuria temporum » avrebbero eccitata infinita contradizione, e che di più il Primo Console mai avrebbe acconsentito, che si conoscesse dai nemici di questo trattato che egli ha date speranze di maggiori concessioni. Regolata poi da esso una formola di ratifica, e offerendone una seconda per parte nostra, avrebbe fatta tacciare di vantaggiosa e di equivoca la nostra condotta. Questi sentimenti e queste riflessioni non sono state solamente mie, ma del P. Caselli ancora.

Il desiderio tuttavia di secondare i comandi di Sua Santità e di V. Em. mi persuase, mio malgrado, di fare la confidenza al sig. abbate Bernier, e di fargli vedere ambedue le ratifiche, facendomi però promettere che tutto ciò che gli andavo a comunicare, l'avrebbe tenuto segreto con sigillo di confessione. Gli feci dunque vedere la prima ratifica, e si turbò subito, dicendomi che non sarebbe stata accettata. Ciò bastò perchè facendogli vedere la seconda, che non poteva non approvare, lo pregassi assolutamente di non mostrarsi inteso della prima, nè col ministro, nè col Primo Console.

1 Voir p. 376, note.

Rifletta di più V. Em. che la convenzione e la ratifica, secondo il concertato, esser deve segreta, e la sola bolla esser deve pubblica. Se si mantiene la parola, qualunque condizione apposta alla ratifica si rende inutile, non essendo nella bolla ripetuta, e se, per una falsa ipotesi, ammessa si fosse la ratifica condizionata, è certo che il governo istesso esatto avrebbe da noi un inviolabile segreto. Onde esaminata la cosa in tutti gli aspetti, e dopo tutte le riflessioni che ometto ora di far più in dettaglio, ma che umilierò a V. Em. nel trasmettere la ratifica del Primo Console, voglio lusingarmi che non demeriterò la confidenza di Sua Santità e dell' Em V., se mi son deciso a presentare la copia della ratifica pura e semplice, senza far menzione, nè al ministro nè al Primo Console, della condizionata.

Sa V. Em. che io conosco abbastanza quanto sia necessario di guadagnare i costituzionali, se è possibile, con tutte le vie della dolcezza non ostante, trovando ben giuste le riflessioni di Sua Santità sul progetto di scriverli direttamente e particolarmente, dopo tutto ciò che hanno detto e scritto nella loro assemblea, della quale trasmetto gli atti fin ora pubblicati, ho nascosti i brevi ad essi diretti, ed ho comunicata soltanto la copia di quello manoscritto, nel quale se gli prescrive ciò che devono fare per riconciliarsi con Sua Santità. Ne è stato veramente l'abbate Bernier contentissimo. Voglio sperare che lo saranno il Primo Console ed il ministro. Cambiate che siano le ratifiche, lo farò stampare, e darò mano all' ardua impresa di comunicarlo agli intrusi, accompagnandolo con una mia lettera, e avvicinandoli in persona. Sarei ben felice se potessi ottener l'intento di vederli con tanti mezzi di dolcezza riuniti alla Chiesa, e allora sicchè crederei di aver servito utilmente in qualche cosa Sua Santità.

Sebbene abbia trovato il sig. abbate Bernier benissimo steso il breve che risguarda gli ecclesiastici ammogliati, non discredo che alla fine si richieda che non sia reso pubblico colle stampe, giacchè si conoscerà che non è possibile di fare un breve per essi, nel quale non si faccia sentire il grave fallo nel quale sono caduti; e qualunque sia poi stato il sentimento del sig. abbate Bernier, mi pare che il § « Volumus >> fino al § << Volumus >> fino al § « Mandamus » ',

1 Voir p. 386.

esser potesse almeno per gli ecclesiastici che non si sono ammogliati, suscettibile di qualche modificazione.

Nella mia nota, che consegnai a V. Em., riguardo agl' intrusi, accennai qualche cosa riguardo a tanti suddiaconi, che non sono ammogliati, ma che non è possibile di richiamare al santuario, e forse non conviene di farlo. Non vedo presa per essi alcuna provvidenza nel breve per gli ecclesiastici ammogliati, giacchè non si sarà creduto il luogo opportuno per prenderla; ma credo bene che si darà qualche facoltà al legato a latere per servirsene secondo le circostanze.

Trovavo ben difficile che approvarsi potesse dal Santo Padre la dichiarazione giurata da prestarsi dal cardinale legato, nel tenore indicato dagli autori francesi. Le ragioni addotte nel foglio di V. Em. per dimostrare che non si può permettere, non ammettono replica. Tuttavia non credo ancora di promuovere questa questione. Son di avviso che o non si parlerà di guiramento, giacchè si riguarderà il cardinale più come un ambasciatore che come un vero legato a latere, o la grande opinione che ha il Primo Console dell' Emo Caprara, farà che si arrenderà facilmente alle ragioni che egli gli rappresenterà per dimostrargli di non poter prestare in verun modo l'indicata dicharazione. Credo che meno si tocca questo tasto, minore sarà il rumore che se ne farà.

Ho letto con molto piacere il paterno eloquentissimo breve di Sua Santità per invitare i titolari a dare la loro dimissione. Non lo farò conoscere ad alcuno, fino a che non siano cambiate le ratifiche.

(Cultes, Arch. de Caprara),

776.

Spina à Consalvi.

(no 112 en chiffres) Parigi, 28 agosto 1801. L'oggetto più grande che interessare ora possa Sua Santità, e per lo spirituale e per il temporale, è la secolarizzazione degli elettorati ecclesiastici, e singolarmente di quello di Colonia. Si travaglia con efficacia dalla corte di Berlino e dall' elettore di Baviera per la sua soppressione. Il sig. Ce di Cobenzl, che ho veduto questa mattina e col quale si è parlato molto a lungo su

di questo importantissimo oggetto, mi ha detto, che sebbene abbia trovato il Primo Console dispostissimo per conservarli, trova però molta freddezza in Giuseppe Bonaparte, e una contrarietà decisa in Talleyrand. Si è rivolto anch'esso all' abbate Bernier, e lo abbiamo impegnato a parlare con energia al Primo Console, facendogli conoscere l'interesse della Francia nella conservazione degli elettorati ecclesiastici. Bernier avrà della vanità a parlare di quest' affare, del quale però ne parlerà mostrando solo di esser da me eccitato a nome di Sua Santità, e procurerà almeno di ottenere che il Primo Console aspetti a decidersi all' arrivo del cardinale Caprara, del quale ha tanta opinione, come il solo che può dargli dei lumi i più esatti su di questa materia; e io frattanto presenterò sull' oggetto istesso una forte memoria, che combinerò coll' istesso Cte di Cobenzl.

Il gran male però si è, che si è fatto da questo governo un trattato coll' elettore di Baviera. Se ne ignorano le condizioni1; ma il Cte di Cobenzl mi ha detto che in genere è così grande l'indennità che gli è stato promessa, che non basta la metà degli stati dell' Impero perchè abbia effetto il trattato.

Altronde si tien forte che il gran duca di Toscana abbia l' indennità in Germania, cosa che rende sempre più difficile la conservazione degli elettorati ecclesiastici. Ma questi restino più poveri: l'interesse più grande è, a creder mio, che siano conservati. Il sig. C di Kolytchev fa egualmente, a nome della sua corte, le più forti istanze perchè non sia alterata la costituzione germanica, e perchè siano osservati fedelmente i trattati di Vestfalia e di Teschen; ma finora tutte le sue istanze, benchè assai energiche, non producono alcun effetto.

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Ho comunicato in confidenza al Cto di Cobenzl il breve concesso da Sua Santità all' archiduca Antonio. Non se ne farà parola, se non se ne parla. Potrà il capitolo di Münster far la sua elezione; ma è ben difficile che farla possa il capitolo di Colonia, fino a che non sia altrove fissata la sede per la diocesi che rimane nella parte destra del Reno. Ad onta degli esempi di Ginevra,

Ce traité, négocié par Caillard avec M. de Cetto, avait été signé le 6 fructidor (24 août). Le bref d'éligibilité.

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