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si vuole che i Savoiardi si assuefacciano a diventar Francesi, nel temporale egualmente e nello spirituale. Di più si sono voluti adattare i confini delle diocesi ai confini dei tribunali di appello, che però sono in minor numero, e i due dipartimenti della Savoia essendo soggetti ai tribunali di appello posti già nei dipartimenti dell'Isere e dell' Ain, cioè di Grenoble e di Bourg, così sono stati assoggettati a due diverse diocesi.

Era però troppo interessante il conservare almeno il titolo dell' immortale S. Francesco di Sales, cioè il titolo di Ginevra. Si era da alcuni creduto opportuno il tempo di ristabilire in Ginevra istessa la sede della diocesi; ma, confesso, mi pare ben giustificato il governo che non conviene per ora nel progetto. La popolazione di Ginevra, sebbene aumentata nel numero dei cattolici, non ne conta che mille cinque cento. Saranno adunque i protestanti circa trenta otto mila.Son questi, più che in ogni altra parte, nemici giurati dei cattolici. Sebbene adunque avesse potuto il governo ottenere colla forza lo stabilimento della sede vescovile in quella città, non vi era che da aspettarsene infiniti disordini. Ciò che si potrà fare, e che si otterrà, sarà di erigervi una chiesa pubblica come parrocchia dei cattolici. Il governo però è convenuto che si conservi il titolo della sede, e che in vece di erigersi in titolo Bourg, si conservi il titolo di vescovato di Ginevra, con dichiarazione però che il vescovo risieda a Bourg. Di tanto mi ha assicurato il sig. abbate Bernier. Saranno così i Savoiardi contenti di aver conservato un titolo, e l'effetto per il governo sarà

il medesimo.

Molto si è discorso se conservare si dovesse Colonia, piuttosto che trasportare il titolo a Aix-la-Chapelle; e così se conservare si dovesse Liège, piuttosto che unirlo a Namur. Si fanno entrare in questa traslazione e respettiva unione molte riflessioni politiche. La quantità degli ecclesiastici, l'esistenza di un capitolo sempre rispettabile quantunque spogliato di fondi, a me pare che renda necessaria la conservazione di Liège. Ma niuna decisa risposta ho potuto avere su tale articolo, onde non so che aggiungere, e non posso che riportarmi per ora ai fogli, che saranno spediti dal sig. abbate Bernier, i quali almeno credo che saranno più dettagliati dei passati.

P. S. Tutti i fogli del sig. abbate Bernier sono nel suo

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piego, che troverà nella cassetta della ratifica. Non li ho veduti, e per ciò nulla ho da rimarcare.

(en chiffres)

Secondo foglio addizionale

Giacchè non ho fatto uso alcuno (nè credo di dover esser in grado di farlo) dei due brevi stampati, diretti ai vescovi intrusi, mi pare che sarà opportuno di darli alle fiamme, e togliere ogni pericolo che siano conosciuti. Sarebbe un ostacolo al loro ravvedimento, se giungessero a scoprire che Nostro Signore era fino disposto a trattarli da « Fratelli venerabili », e che poi ha cambiato pensiero. La loro superbia si esalterebbe sempre di più, e farebbero se non a Nostro Signore, almeno ai suoi ministri una guerra ostinata.

Nel lungo discorso tenuto col Primo Console rispetto al cardinale legato a latere, non fu fatta parola nè della dichiarazione da promettersi dal medesimo, nè delle facoltà che dovrà esercitare. Credo che coll' opinione che ha di esso il Primo Console, colla prudenza e colla dissimulazione, potrà il sig. cardinale ottenere nell' esercizio delle facoltà più di quello che si spera, seppure qualche ecclesiastico, zelante difensore delle libertà gallicane, non ne intorbida le buone intenzioni. Credo che il trattamento che si farà al cardinale legato, sarà il medesimo che fu fatto al cardinale Chigi1.

Mi par perduta la speranza pel abbate Bernier di essere arcivescovo di Parigi. Egli mostra ora di non curarsene, e quando aver debba un arcivescovato, sembra piuttosto desideroso dell' arcivescovato di Tours. Credo che il ministro della Polizia faccia quanto può per allontanarlo da Parigi. Ma egli frattanto travaglia, dal canto suo, per esser dichiarato come una specie di ministro degli affari ecclesiastici, col titolo di Aumônier del governo, o con qualunque altro titolo. Confesso che dal canto mio credo espediente di aiutarlo, per quanto posso, in questo progetto. L'abbate Bernier serve il suo governo, e colla vista di non per

1 Le cardinal Fl. Chigi était venu auprès de Louis XIV, en 1664, à la suite de la fameuse affaire du duc de Créqui à Rome.

derne la confidenza, è vero che vi mette un'energia che non sempre conviene ad un ecclesiastico; ma se avremo un secolare alla testa di questi affari, saremo rovinati, e mi creda pure che fra gli ecclesiastici francesi ancora sono [così] pochi gli amici di Roma, che vorrei avere sempre un Bernier. La sola cosa. però che devo avvertire, è che avendo l'impiego che desidera, temo che avrà la voglia di essere nominato dal Primo Console cardinale. Non so se ciò possa dispiacere a Nostro Signore ed a V. Em. Sarà opportuno che mi avverta in prevenzione come mi devo regolare.

Prevedo ancora il caso che il Primo Console, per non rendersi tanto odioso coll' esclusione dell' arcivescovo di Parigi, possa esternare il desiderio che Nostro Signore lo faccia spontaneamente cardinale, offerendosi egli di dargli segretamente un assegnamento. Il caso è fra i possibili; onde ne prevengo V. Em.

Per ciò che riguarda la nuova circoscrizione delle diocesi, può credere V. Em. che non ho mai perduto di vista Avignone. Ne ho conferito con Bernier, e ci è parso ad amendue un tasto assai delicato per non muovere con questo quello di Tolentino 1. Si è lasciato correre l'unione di Avignone e delle altre diocesi del Contado a Nimes, piuttosto che insinuare di lasciare esistere la diocesi di Avignone; perchè è men male,che resti unito un paese di Sua Santità ad una diocesi estranea, piuttosto che un governo estraneo faccia una nomina in casa sua. Ma se nel determinare i confini delle diocesi, far si deve menzione dei limiti dei dipartimenti, s'incontra sempre un eguale scoglio, giacchè Nostro Signore farà sempre menzione del dipartemento di Vaucluse, come di un dipartimento francese. Si vedrà se nell' estensione della bolla della nuova circoscrizione, vi è qualche temperamento da prendere che non offenda, e non dia alcun sospetto di riserva al governo.

Non dubito che si sarà ben dolente in Roma di vedere ridotta la Francia a sole dieci metropoli e quaranta vescovati. Nell' attuali circostanze però, sono sempre della stessa opinione, che sia meglio che il numero dei vescovati non sia tanto esteso. Si principia, che è meno odiosa la dimissione dei vescovi, le sedi dei quali restano

1 Voir p. 260, note 1.

soppresse. Non si sa quali soggetti saranno i vescovi eletti, e infiniti dei titolari attuali resteranno senza sedi. Mi par dunque che nelle attuali circostanze non sia desiderabile un maggior numero di vescovi, perchè dovendosi sicuramente fare in avvenire delle nuove erezioni, che i reclami stessi dei popoli renderanno necessari, vi è luogo aspettare che vi siano di nuovo istallati dei titolari che resteranno ora esclusi, e che almeno cada l'elezione in persone di dottrina, e di probità più conosciuta e sperimentata.

Qualunque sia la credenza del Primo Console, sulla quale mi sia permesso di non interloquire, la guerra che si pretende di continuare dagli increduli alla religione, non lo renderà che più impegnato a sostenerla, subito che sia ristabilita. Egli parlò forte una seconda volta a diversi membri del governo, e finì il suo discorso colla dichiarazione che incontrando della contrarietà, avrebbe fatto un appello nominale alla nazione, ed avrebbe interrogato il popolo, se voleva piuttosto dei preti o dei tribuni. Egli stesso mi ha riferito questo discorso, e so d'altronde esser la relazione fedele.

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Avete tanto da leggere nei miei dispacci di ufficio, che non ho il coraggio di trattenervi di più con una mia confidenziale. Sono veramente afflitto di sentirvi tanto faticare, perchè al fine ci lascerete la pelle. Capisco però che le circostanze son ben dolorose.

Desidero che giunga presto l'Emo Caprara, e desidero altresì che egli incontri l'approvazione e il gradimento del governo e de' ministri, come l'avete incontrato voi. Vi assicuro che tutti vi stimano, ma il Primo Console crede che sia bene che siate stato a Parigi, per vedere come qui si pensa.

Ho visitati tutti i ministri in vostro nome, compreso Fouché, che vi saluta, e che si è mostrato molto grato alla vostra memoria. Dopo tante istanze da me rinnovate, finalmente mi ha accordata la radiazione di Montoison 1, e fra giorni sposerò questo giovanetto. Madame de Clermont ancora vi saluta.

1 Voir p. 440, note 2.

Viene il cardinale legato con una nobile comitiva. Vedra Mgor tesoriere che un cardinale legato spende molto più di un semplice arcivescovo. Ma con tanta gente, che Caprara ha attorno, cosa vorrà che vi faccia io? Volete che io resti: io resterò, ma la mia presenza sarà inutile. Son persuaso che tutti quei del suo seguito saranno saggi; ma se non lo fossero, cosa volete che faccia io, quando vi è un cardinale? Dovete di più da buon amico convenir con me, che dopo aver avuto un carattere in questa città, non è la più bella cosa il restarvi solo per assistere alla consacrazione di qualche vescovo. E Sala, e Mazio' sono giovani bene istruiti nelle scienze ecclesiastiche. Per cognizioni politiche, ne sa Caprara mille volte più di me. Dunque, date le prime idee delle cose,la mia presenza diventa affatto inutile. Mandatemi in Russia, vi ripeto, se mi credete capace, e se Genga non vuo' andare, e sarò contentissimo.

Spero che saranno state date istruzioni a Caprara per stioni del Brabante. Se non son date, mandatele subito, a Di Pietro.

le quee ditelo

Spero che Caprara, prima di arrivare a Parigi, mi scriverà per dirmi cosa gli devo preparare.

Ho ricevuta la corona per la Buonaparte. Veramente è poca cosa. Lunedì vado a pranzo a Mortefontaine; gliela presenterò. Vi acceludo una nota di reliquie che desidera Bernier. Potete farle mettere in piccole teche separate. Santificatemi quest' uomo, perchè sia ingenuo e non aspiri tanto a piacere al governo, e sarà eccellente. Son sempre di opinione che un bel calice sia il miglior regalo per lui; ma si vuole un calice che equivalga al meno alla mia tabacchiera. Vi avverto che le pietre colorate a Parigi non si possono soffrire. Vi sia di regola per Giuseppe.

Desidererebbe Caselli di avere in mano, se è possibile, i voti dei teologi che sono stati contrari alla ratifica. Ora sarà egli, se bisogna, il difensore dell' articolo primo, e lo farà bene.

Addio, mio rispettabile amico. Amatemi, e credetemi sempre di tutto cuore, etc.2

Ils allaient accompagner Caprara à Paris, comme secrétaires.

2 Un billet de Spina à Consalvi (Arch, du Vatican) nous apprend que le courrier Livio Palmoni est parti pour Rome avec la ratification, le 12 septembre « alle ore 6 della mattina. »

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