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nel prevedere la sua curiosità. Il passaporto, da me presentato e di quale nel viaggio ho fatto uso, era quello del sig. ministro Labrador. Fu trovato questo in regola; e interrogato per quale oggetto mi portavo a Vercelli, risposi francamente che il saper ciò non doveva interessare la polizia di Modena, e che andavo per affari miei particolari. Mi fu reso il passaporto segnato, senza farmi altre questioni. Di tutto resi conto al comandante della piazza, capo di battaglione Pianelli', il quale approvò in tutto il mio contegno, e mi promise di garantirmi da qualunque molestia mi si fosse voluta dare per parte del ministro di polizia, e che mi faceva temere il contegno in apparenza poco leale che meco il medesimo aveva tenuto. Non m' ingannai nel mio sospetto. La mattina, nel far di giorno e nel momento che mi pre-· paravo alla partenza, si presentò di nuovo un officiale di polizia con uno picchetto di soldati, e mi comunicò l'ordine di visitare le mie carte, di sigillar quelle che avesse creduto, e di guardarmi a vista. Mi ricusai decisamente all' apertura de' miei portafogli, e aderi solo che apposto vi fosse il mio sigillo e fossero così trasportati al predetto tribunale, manifestando che i miei fogli contenevano affari che interessano il Primo Console della Repubblica francese. Restai frattanto sequestrato nel mio albergo, e di tutto nel momento feci avvertire il comandante della piazza, il quale mi fece subito rispondere che si sarebbe interessato per me, ma che in lealtà non credo se ne dasse un gran pensiero. Poche ore dopo il mio arresto, giunse nell' istessa locanda il generale di divisione Pino, che comanda in Bologna. Credetti bene di narrargli il fatto corso. Lo messi al giorno dell' oggetto della mia missione, e l'avvertii che avrei creduto di mancare al mio dovere, e verso mio sovrano e verso il Primo Console, se avessi permesso che da un tribunale di polizia si visitassero i miei portafogli, e che piuttosto avrei chiesto il passaporto per tornarmene a Roma. Trovò ben giuste le mie ragioni, e fatto chiamare il generale Delort, uno dello stato maggiore del generale Dupont, fecero insieme riportare dalla polizia i mei portafogli sigillati. Ne fu uno aperto in presenza ancora del ministro di polizia

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...È stato [Spina] ingannato dal nostro comandante, che aveva conosciuto a Valenza... (Extrait d'une lettre particul,, écrite de Modène par un Carandini).

e del comandante della piazza, chiamati ambedue dal generale, e feci confidentemente leggere al generale Pino l'ultima lettera a me diretta dall' Emo Martiniana. Non volle veder di più. Fece un furioso rimprovero al comandante; ma non avendo egli alcuna autorità nel dipartimento di Modena, presero, unitamente al generale Delort, la risoluzione di rimettere la cognizione dell' affare al generale Dupont, che comanda l'ala diritta dell' armata e che risiede in Guastalla.

Si convenne adunque nel dopo pranzo partir per Guastalla, passando per la via di Correggio, accompagnato in viaggio dall' aiutante del generale Delort; e si unì in compagnia il ministro istesso della polizia. Non si trovò in Guastalla il generale Dupont, che era partito per Brescia. Il suo aiutante maggior si occupò subito dell' affare. Gli comunicai solo la lettera ricevuta dal cardinale Martiniana, e bastò perchè mi rendasse liberamente i miei portafogli, e disapprovando altamente la condotta del comandante di Modena, non solo mi lasciasse in libertà di proseguire ovunque volevo il mio viaggio, ma mi facesse tutte le offerte le più cortesi che potevo desiderare.

La mancanza dei cavalli mi ha fatto ritardare fino a quest' oggi dopo pranzo la mia partenza da Guastalla; ed alle ore 24 son giunto in Parma, ove approfittando del corriere che parte questa sera, mi faccio un dovere di rendere esattamente inteso V. Em. dell' accaduto.

Nel timore che in qualche altro paese della Cisalpina o del Piemonte mi accada un simile incontro, lo preverrò spedendo domani un corriere a Milano al ministro Pétiet, acciò mi spedisse in Parma un passaporto speciale, e l'informerò esattamente dell' accaduto. Il comandante della piazza di Modena è quello di cui devo particolarmente lagnarmi; ma oggi appunto deve esser stato il medesimo destituito per altre ragioni, onde non potrà avere maggior castigo, nè credo che maggior ne merita la sua imbecillità. Tuttavia non mancherò di far con detto ministro le mie lagnanze',e del tenor della risposta ne renderò esattamente inteso l'Em. V.

1 Spina a en effet préparé pour Pétiet un récit semblable à celui qu'il venait d'envoyer à Consalvi; mais il parait avoir renoncé à expédier cette lettre.

Egual trattamento in Modena fu fatto al Ms Stefano Rivarolla, che mi aveva sopraggiunto in viaggio, e che era giunto in mia compagnia. Forse questo ha reso me ancora sospetto. Egli però nulla ha comune meco, se non che l'abitazione. L'ho lasciato arrestato in Modena, e non so come sia finito il suo affare.1

La brevità di tempo non mi ha permesso che questo confuso dettaglio. Finisco col rassegnarmi al solito profondissimo rispetto, etc.

(Arch. du Vatican).

816. Nouvelles instructions pour Spina.

[Rome, 13 octobre 1800].

Del carattere del commissionato.

Dal piano di lettera comunicato a Mgor arcivescovo di Corinto, e che è stato qui formato per il sig. cardinale di Martiniana, affinchè gli serva di norma per rispondere al ministro degli affari esteri della Repubblica francese in proposito dell' invito di trattare degli affari della religione cattolica, non più in Vercelli, ma direttamente in Parigi, avrà potuto comprendere, che è mente della Santità di Nostro Signore che non spieghi verun carattere di ministro, ed in conseguenza si dichiari ancora di non avere veruna plenipotenza, ma di essere stato unicamente inviato dal Santo Padre per trattare delle cose ecclesiastiche, all' oggetto di restituire alla Francia la sua antica religione, e per dichiararla e favorirla come religione del governo e della nazione. Egli è consapevole del vivissimo desiderio di Sua Santità di ridonare alla Francia questo prezioso tesoro; e sa inoltre che la Santità Sua è disposto, a misura delle offerte che gli si faranno in vantaggio della religione, ad essere più o meno condiscendente e benefico; ma che non essendo noti al Santo Padre se non che quei primi articoli preliminari, proposti dal Primo Console al sig. cardinale di Martiniana, non ha potuto [se non che] sopra questi spiegare al suo commissionato le sue intenzioni.

Le marquis fut remis en liberté le lendemain du départ de Spina. C'est la pièce no 62, qui a été adressée par le card. Martiniana à Talleyrand le 19 octobre. Le texte de cette pièce, rédigé à Rome pour remplacer la pièce no 810, est en italien. La traduction française envoyée à Paris a dû être faite à Verceil.

Sugli articoli proposti dal Primo Console al cardinale di Martiniana si è provveduto con la passata istruzione. 1

Se la negoziazione dunque da intavolarsi a Parigi non consiste in altro, se non in dare una risposta a quelli articoli, è munito Mgor delle necessarie istruzioni, che ha ricevute in Roma in voce ed in iscritto, per essere in istato di rispondere, e di manifestare la mente di Sua Santità, e quindi non farebbe d'uopo di formare una nuova istruzione. Ma pur troppo l'invito di ́andare a Parigi, e di trattare questo affare direttamente col Primo Console e coi suoi primi ministri, può indicare che molte altre cose si vogliono proporre, e che si ha in vista di prendere in tutti i suoi punti il vasto oggetto del ristabilimento della religione in Francia.

Istruzione generale.

Quando sia così, si vede pur troppo la necessità di una più ampia istruzione, ma al medesimo tempo se ne vede ancora la difficoltà. Noi ignoriamo, se quei che propongono il ristabilimento della religione cattolica in Francia, procedano con tutta schiettezza; se vogliono eglino stessi dare il buon esempio di professarla in tutta la sua integrità e pienezza; se sarà la religione del governo; se sarà la dominante in tutto il regno; quali saranno le sue prerogative ed i suoi privilegi; quale la potestà dei vescovi; quale la forma del clero secolare e regolare; quali in una parola le basi, su cui deve risorgere l'edificio della Chiesa cattolica, distrutto e rovinato da tante leggi emanate, nè mai abrogate, e contrarie ai suoi dogmi e alla sua disciplina. Non sappiamo neppure, quanto possa contarsi sullo spirito e carattere di tutto il corpo della nazione; qual sia la forza dei nemici del culto cattolico; quali le fazioni che lo combattono; quali i fini sì spirituali o politici, per cui è invitato Sua Santità a riaprire il seno della Chiesa ai traviati Francesi.

Nozioni generali che deve prendere il commissionato.

Questa ignoranza ci rende difficile di dare una istruzione piena e adeguata al commissionato apostolico; ma pur convien

1 Pièce n° 809.

darne qualcuna, e la difficoltà stessa di darla ne somministra una più ampia materia. E primieramente, dovrà egli profittare del tempo che si trattiene in Vercelli, e dell' altro che impiegherà nel viaggio, e molto più nella dimora che farà in Parigi, per istruirsi di tutte quelle nozioni che noi non abbiamo, e per regolare la sua condotta. Secondo lo che o vedrà facendo, o potrà concepire fondate speranze di un esito felice e compito della sua missione, sarà anche più facile nella prima apertura del trattato. Ma se, all' opposto, potrà sospettare che sotto il manto di religione si volesse gettare polvere sugli occhi de' buoni Francesi (il che non vuole credersi), si terrà in riserva, e non farà neppure trasparire quelle condiscendenze, e quelli sacrifici che a norma della prima istruzione si è dichiarato Sua Santità di essere disposto a fare, ogni qual volta recar si possa un sodo e largo vantaggio alla religione e ai cattolici della Francia.

Avvertenze preliminari.

Ha Mgor arcivescovo di Corinto attività, destrezza, e esperienza nel trattare i grandi affari, e perciò avrà già preveduto quanto debbano esser misurati e prudenti i suoi discorsi. Molti occhi saranno fissi sopra di lui, e tutti per un diverso e contrario interesse. I giacobini gli faranno guerra, ed i filosofi non lasceranno di dar risalto alla solita calunnia, che il culto cattolico è una superstizione. I vescovi costituzionali gli saranno attorno per carpire qualche atto, o qualche parola a sostenimento della chimerica loro comunione col Papa; i maligni, ed i nemici della Sante Sede spacceranno le false accuse di ambizione, di interesse, di dominazione universale, con cui cercono di screditare il pontificato romano. A tutti costoro un contegno franco, libero, generoso, e leale deve imporre silenzio. Si usi con tutti quel tratto civile che detta l'urbanità, ma non si ammettano costoro a verun discorso; e specialmente coi vescovi costituzionali, coi prelati apostati, coi preti intrusi o giurati non si venga mai a veruna trattativa, se non quando dassero prove lunghe, vere, e costanti, e pubbliche di un sincero ravvedi

mento.

Vi saranno anche i buoni, i quali terranno gli occhi aperti sul contegno del commissionato apostolico. I ministri delle corti

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