Studi letterari di Giosuč Carducci

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F. Vigo, 1874 - Italian literature - 447 pages
 

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Popular passages

Page 179 - Che ogni lingua divien tremando muta, E gli occhi non ardiscon di guardare. Ella sen va sentendosi lodare Benignamente d' umiltą vestuta; E par che sia una cosa venuta Di cielo in terra a miracol mostrare. Mostrasi si piacente a chi la mira, Che da per gli occhi una dolcezza al core Che intender non la puņ chi non la prova. E par che dalla sua labbia si mova Un spirito soave pien d'Amore Che va dicendo all'anima: sospira.
Page 174 - Ed io a lui : Io mi son un che, quando Amore spira, noto, ed a quel modo Che detta dentro, vo significando. O frate, issa vegg...
Page 193 - Deh peregrini che pensosi andate, forse di cosa che non v'č presente, venite voi da sģ lontana gente, com'a la vista voi ne dimostrate, che non piangete, quando voi passate per lo suo mezzo la cittą dolente, come quelle persone che neente par che "ntendesser la sua gravitate? Se voi restaste per volerlo audire, certo lo cor de' sospiri mi dice che lagrimando n'uscireste pui.
Page 194 - Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia, quand'ella altrui saluta, ch'ogne lingua deven tremando muta, e li occhi no l'ardiscon di guardare.
Page 442 - ... 1 carbone, e gli amanti pungea quella stagione che per usanza a lagrimar gli appella...
Page 199 - ... ritornare al modo che alcuno sconsolato avea tenuto a consolarsi. E misimi a leggere quello non conosciuto da molti libro di Boezio, nel quale cattivo e discacciato, consolato s
Page 188 - Sire, nel mondo si vede Maraviglia nell'atto, che procede Da un'anima, che fin quassł risplende. Lo cielo, che non have altro difetto Che d'aver lei, al suo Signor la chiede, E ciascun santo ne grida mercede.
Page 199 - ... donna di questi autori, di queste scienze e di questi libri, fosse somma cosa. E immaginava lei fatta come una donna gentile; e non la potea immaginare in atto alcuno, se non misericordioso; per che sģ volentieri lo senso di vero l'ammirava, che appena lo potea volgere da quella.
Page 238 - E di venire a ciņ io studio quanto posso, sģ com'ella sae veracemente. Sģ che, se piacere sarą di colui a cui tutte le cose vivono, che la mia vita duri per alquanti anni, io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto d'alcuna.
Page 209 - Che lą , dov' io son morto e son deriso , La gran vaghezza pur mi riconduce. E quel che pare, e quel che mi traluce, M'abbaglia tanto l' uno e l'altro viso, Che da ragione e da virtł diviso Seguo solo il disio come mio duce.

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