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energie nazionali, affermando che qualche cosa di più si potrebbe pur fare! fare! A noi sorride la fiducia che la nuova RiviSTA possa servire di stimolo a queste energie più operose, raccogliere ed eccitare, dove occorre, le forze vive del paese in questa sfera della sua attività, e farle degne della nobiltà delle sue tradizioni, in ogni ramo del diritto ! Se questo alto fine raggiungeremo, il nostro periodico potrà vantarsi di contribuire, in qualche modo, al progresso di una disciplina, cui l'importanza cresciuta dei traffici e delle relazioni internazionali d'ogni sorta attribuisce oggi, nell'ambito della vita pratica, la stessa dignità che le spetta nell'ordine teorico delle scienze giuridiche.

La RIVISTA avrà, quindi, carattere scientifico e pratico. I due indirizzi del pensiero s'integrano a vicenda in questo, come e forse più che in tutti gli altri campi dell'attività giuridica. Giova che della luce delle buone dottrine s'illumini la condotta di coloro che sono chiamati a tessere, nella pratica quotidiana della vita, la varia trama dei rapporti internazionali, a risolverne le controversie, a preparare le norme della loro soluzione avvenire questo è il terreno dove è serbata alla scienza una cooperazione più diretta, nella formazione e nella dichiarazione del diritto! Ma giova altresì che la scienza attinga dagli eventi stessi i propri canoni, che cerchi quanto meglio è possibile di adattarli ad essi, e osservi con diligenza tutto ciò che può interessare al compito suo questo è ancora il terreno dove meglio s'avvera l'antica massima: ex facto oritur jus!

Come allo svolgimento del diritto internazionale conferiscono pertanto, in vari modi, la dottrina e la giurisprudenza, le leggi e gli atti delle amministrazioni pubbliche, e le vicende stesse della politica, procureremo così che da ciascuna di queste fonti s'alimenti anche il nostro periodico.

Il nostro programma comprende tutte le parti di questo diritto; non potremmo, come in altri paesi, desumere dalla esistenza di altre Riviste speciali sufficiente ragione di limitarci ad un ramo soltanto di esso. Da una limitazione siffatta ci dissuade, del resto, non tanto la difficoltà di segnare sempre i confini fra una parte e l'altra, e d'assegnare all'una od all'altra certi argomenti che hanno attinenze ed aspetti molte

plici, quanto il convincimento, radicato in noi, del principio identico che a tutte presiede e le unifica in un carattere e in un fondamento comune. Non è questo il luogo di trattenerci intorno a un concetto che si presta a considerazioni complesse ; contentiamoci di ricordare e non crediamo che in questo altri dissenta - i presupposti comuni delle varie parti della nostra disciplina, e il fine sostanzialmente identico a cui tutte intendono un certo coordinamento e regolamento di rapporti che intercedono fra Stati diversi, nella vita delle nazioni e dei singoli, nell'efficacia delle leggi e nell'impero delle autorità respettive.

Procureremo però di non escir dai limiti, già così larghi, che il titolo ci impone. Degli argomenti che appartengono a diverse scienze giuridiche, - come p. e. le colonie, l'emigrazione, la formazione degli Stati, i trattati di commercio - ci occuperemo solo in quanto interessano al diritto internazionale ; del diritto comparato, che in alcuni periodici esteri suol essergli congiunto (come era in quello, simile a questo nostro, che si pubblicò a Napoli dal 1898 al 1902), solo in quanto strettamente necessita ai fini od è richiesto dall'indole della nostra materia.

Senza determinare fin d'ora con precisione le varie rubriche in cui divideremo il contenuto dei singoli fascicoli, l'esperienza ci darà forse consiglio, - ci limitiamo qui a segnare i criterî e le linee generali a cui intendiamo di attenerci, per adempiere il nostro programma.

La parte dottrinale conterrà, per regola, soltanto articoli di scrittori italiani; accoglieremo, del resto, con gratitudine il contributo che ci potrà essere offerto da scrittori stranieri, specie in quanto concerne questioni od eventi propri dei loro paesi. Nella parte dedicata alla giurisprudenza renderemo conto, possibilmente, di tutte le decisioni e i pareri delle autorità giudiziarie e amministrative nazionali, attinenti alla nostra materia, e delle più notevoli sentenze estere che tocchino in qualche modo la legislazione o gli interessi del regno, pubblicandone il testo o le massime, corredandole sempre di annotazioni e commenti. A una più ampia, sintetica rassegna critica della giurisprudenza italiana e straniera, della dottrina,

delle leggi e degli atti concernenti le diverse parti del diritto internazionale pubblico e privato, dedichereno, in ogni fascicolo, una rubrica speciale, divisa per materie e suddivisa secondo i vari paesi o i vari idiomi, così che nel corso dell'anno tutti quanti gli argomenti che interessano a questo diritto v'abbiano trovato posto adeguato all'importanza loro. Alcune di queste rassegne vorremmo particolarmente dedicate agli arbitraggi e alle convenzioni di diritto internazionale privato dell'Aja, gli uni e le altre contenendo il germe dei più auspicati progressi, nel campo della nostra disciplina. - In questa, come nelle altre parti, terremo conto, per quanto sarà possibile, anche di alcuni fatti che avvengono fuori dell'orbita delle rappresentanze e degli enti ufficialmente riconosciuti, nella vita pubblica internazionale, e di quei casi pratici che, senza far capo a una decisione giudiziaria, si svolgono nell'ambito di un ufficio amministrativo o della vita forense. - Delle vicende e degli incidenti più notevoli di politica estera procureremo di dare una cronaca ragionata, dal punto di vista del diritto internazionale. La RIVISTA ha carattere giuridico e non politico: verremmo meno, però, al nostro programma, se mancassimo di tener conto del modo come quelle vicende si determinano e si svolgono, per bene scorgere come i fatti influiscono, attraverso le loro cause politiche, sulle forme e sui principî stessi del diritto. Convinti che al buon indirizzo e al progresso di questa disciplina giovi soprattutto di rilevare il carattere positivo delle norme, già così varie e molteplici, che governano i rapporti internazionali di ogni specie, pubblicheremo per esteso o in riassunto, con qualche annotazione, tutti gli atti internazionali di indole giuridica stipulati dall'Italia, e, in quanto ci sarà possibile averne notizia, renderemo conto di quelli interceduti fra le altre Potenze, delle disposizioni amministrative, delle leggi e dei progetti di legge dei vari Stati, che abbiano qualche attinenza con la nostra materia. - Ogni fascicolo, finalmente, conterrà un elenco ed un cenno bibliografico delle opere che interessino principalmente il diritto internazionale, degli articoli e delle note di questo genere pubblicati nei periodici dei vari paesi.

Vorremmo, così, che il nostro periodico fosse, come per gli stranieri, l'organo del pensiero e della vita nazionale, rispetto a questo ramo del diritto, per gl'Italiani lo specchio o l'indice di ogni fatto nuovo e d'ogni nuova idea ad esso attinenti, che si manifestino o si svolgano fuori del regno che gli studiosi e i pratici ne potessero trarre qualche vantaggio che servisse insomma, in qualche modo, a quanti o per vocazione o per ufficio - si occupano di siffatti argomenti. A questi fini stimiamo debba servire, per quanto è possibile, una Rivista; con questi propositi noi ne imprendiamo la pubblicazione.

Così arduo compito non potremmo sperare di ben adempiere, senza il concorso di tutti coloro che attendono da noi a siffatti studi. Facciamo appello con fiducia al loro contributo e al loro appoggio benevolo: la RIVISTA apre le sue pagine a tutti gli studiosi del diritto internazionale; anzi li invita e li prega di voler concorrere con la propria opera al buon successo di un'impresa, che vorremmo fosse considerata come opera ed impresa comune. Qualunque opinione e dottrina, scientifica o politica, vi avrà libero campo, senza altre restrizioni se non quelle imposte dall'indole del periodico, e dal desiderio di far cosa utile, eliminando ciò che a questo fine non servirebbe. La RIVISTA non appartiene a una scuola, nè ad un partito ; le tesi e gli apprezzamenti che potranno esservi accolti si intenderanno proprî soltanto di coloro che li formularono.

Essa si affaccia, nuova venuta, in un vasto campo che altre da lungo o da breve tempo lavorano; auguriamoci che la nuova semenza portata da lei possa fecondar nuove messi, con vantaggio comune, e possa anche lei tener con onore il suo posto, a lato delle sue maggiori sorelle !

LA DIREZIONE.

HOOVER WAR LIBRAR

CRITERIO FONDAMENTALE

DEL GIUS CIVILE INTERNAZIONALE

T

ANTO nella scienza, quanto nella interpretazione e applicazione del gius civile internazionale italiano, io seguo, nonostante le obiezioni di molti, l'insegnamento del grande Savigny, che, per discernere la legge da applicare ai casi civili internazionali, bisogna por mente alle sedi di questi, cioè dei rapporti giuridici che ne formano l'oggetto. Per quella legge intendo le norme civili internazionali vigenti nello Stato in cui il caso o rapporto giuridico ha la propria sede. Sede di un rapporto giuridico è per me, come per Savigny, il luogo in cui esso deve produrre i suoi immediati ed essenziali effetti.

Questa sede non è però da considerare come necessariamente, e sempre, stabile ed immutabile. In proposito vi ha luogo a distinguere fra i rapporti giuridici di indole personale, e quelli di indole patrimoniale. La sede di questi è di regola una e la medesima sempre, quella cioè che si deve attribuire loro fin dall'origine, poichè la mira di coloro che li pongono in essere, e all'atto in cui li pongono in essere, è che essi producano i loro divisati effetti in un dato luogo. Alla qual regola fanno eccezione soltanto quei rapporti giuridici patrimoniali, che sono accessori a rapporti giuridici personali. Questi ultimi invece, a differenza dei rapporti patrimoniali, possono mutar sede, come e perchè la possono mutare le persone fra cui intercedono. Qualunque però sia il rapporto giuridico di cui si tratti, sia esso suscettivo, o no, di siffatto mutamento, egli è sempre possibile determinare in un momento dato la sede sua,

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